di Nicoletta Biga B come Balde e Bassirou. C come Conteh. A come Adama. M come Mbappe. S come come Sow Boye e Sissokou. K come Kabiro. Y come Yaya. E potrei continuare ancora a riempire il mio personale e disordinato vocabolario personale. A ogni nome un volto, una storia, un posto. In questo piccolo angolo di mondo sconosciuto che è Africo tutti conoscono tutti, tranne noi. Entriamo in punta di piedi, con la musica nella testa e nelle orecchie. Ci guardano, ci guardiamo. Siamo a casa loro adesso che...
di Eleonora Negroni A distanza di 2 settimane mi trovo a scrivere del tempo trascorso questa estate a Roma, un tempo che razionalmente riesco a quantificare in 15 giorni ma di fatto oggi sembra durato mesi. Questo tempo ha spalancato, a me e ad altre cinque mie compagne di viaggio, le porte di una grandissima realtà, nata a Roma ormai 50 anni fa ed oggi diffusa in più di 70 paesi in diversi continenti: la Comunità di Sant’Egidio. Questo tempo ci ha chiesto...
di Giulia Cambareri È mattina presto a Roma e per i bambini del campo rom di Castel Romano è ora di svegliarsi, se almeno stanotte sono riusciti a dormire, nell’inquietudine di quell’ambiente angusto; nel buio di un luogo non luogo, un buio che è un vuoto d’amore e un pieno di violenza, rabbia repressa, frustrazione inespressa, incomprensione… Un campo di sogni distrutti. Lì uno spiraglio di luce: sul piazzale arriva il pullman della scuola della Pace della comunità di Sant’Egidio. Così questi...
di Lara Frassine Osservo i ragazzi che giocano a calcio e non riesco a non pensare alla nostra carovana, non riesco a non pensare al circo tufix, alla fatica di alzarsi tutte le mattine alle 4 e mezza per essere puntuali a scuola, alla gioia dei ragazzi nel vedere i bambini che ridono alle loro scene, che urlano il loro nome da pagliaccio o che vogliono essere truccati come loro. Non riesco a non pensare all’istante in cui si sta uscendo...
di Monica Colombo Buchi. Terra rossa e buchi. Queste le prime cose che vedi e senti mentre percorri le strade sterrate di Huambo, seduto sui sedili bassi della parte posteriore di una jeep. Un po’ scomodo, con il busto ruotato, cerchi di guardare fuori e di catturare con lo sguardo tutto ciò che puoi. Fai fatica. Un po’ per il continuo sali scendi, un po’ per le tante, troppe cose che vorresti guardare e non perdere. Solchi, a volte piccoli, altre così profondi da non...
di Giulia Lupo Giornata di sole. Siamo a Riberalta, è venerdì mattina e l’aria calda ci avvolge ricordandoci la parte del mondo in cui ci troviamo. Stamani il mattino è differente: ci svegliamo, facciamo colazione, dopo di che ci rechiamo al vicariato dove una macchina ci attende per accompagnarci alla formazione. Ho sentito molto parlare del carcere boliviano e stamani lo visiteremo. In una strada tangente alla piazza centrale di Riberalta si innalza un edificio, molto distante dalla tipica architettura riberaltegna fatta...
di Bianca Maria Pagani L’importanza di un grazie passa da me ed arriva a te e, poi torna ; un grazie disarmante scocca dal tuo cuore e trafigge il mio, riempiendolo di quella felicità incontenibile che annoda la gola e fa brillare gli occhi, li rende trasparenti, così che io possa leggerci all’interno la meraviglia. Un grazie parla di te e parla di me, parla del percorso che abbiamo fatto per arrivare fino a qui, del nostro camminare su strade diverse che,...
di Flavia De Marchis Alexi, comunemente chiamato Bandera, è un ospite di Casa Juan Pablo II. E’ uno dei più grandi, forse il più grande. Silenzioso, se ne sta nella sua cucina dalla mattina alla sera. Lui è lì e nulla lo scuote. Serenamente, prende il burro vegetale, ne stacca un pezzo e lo fa sciogliere nella pentola. Poi tosta energicamente il riso, indovinando sempre la giusta quantità per evitare sprechi. Mette un po’ d’acqua e aspetta. Aspetta mentre tutt’intorno è...