Scritto da Ilaria Stragapede
Il diario, la stampante per le nostre istantanee.
I giornali, quelli pensati per le attività e i colori.
La nostra fedelissima barchetta di carta.
La citronella, immancabile amica.
Sai, era un tavolo magico quello.
Sedute, ascoltavamo L. e G. cantare, S. strimpellare la sua chitarra, la campana, quella che ci ricordava di andare a mangiare, A. che ci chiedeva se il suo outfit fosse consono per la serata, E. che ogni tanto decideva di andare a camminare per il bosco, e noi lo riconoscevamo dallo struscio delle foglie.
Era un tavolo magico quello, sai?
La mattina, per dirci buongiorno, per fare un respiro profondo prima di iniziare e per ascoltare il silenzio di un nuovo giorno.
Durante le pause, di corsa, perché sai le attività si pensano, poi si cambiano.
E allora lì, a prendere nuovi materiali.
Dopo il pranzo, per parlare, o semplicemente per chiedere: “come stai?”
La sera, per scrivere il diario. Quanto è stato bello!
Una parola, la mia, che si incrocia con la tua, e scriviamo.
La sera, ad ascoltare la canzone che ci sta a cuore:
“è questione di stile. Su come passi le notti quando non riesci a dormire. E allora diventa questione di soffitto, di angoli del letto, di finestre che si aprono e di penne che si cercano, e di pensieri che galleggiano.”
Sai, era un tavolo magico quello, il mio posto sicuro.
Anche A. e L. sono passate a trovarci.
Ascoltiamo, ci raccontiamo la giornata, i dubbi e le paure tipiche dei 14 anni.
Poi L. fa un disegno e ce lo regala.
Sono successe cose straordinarie intorno a quel tavolo!
Il disegno è ancora lì, nella tenda, a ricordare che a volte le cose straordinarie accadono quando meno te l’aspetti.
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