Di Luigi Russo
Speravo davvero che Wow non fosse un’onomatopea ma un acronimo, avrei fatto il saccentello raccontandovi “la meravigliosa e reale storia delle origini del WOW”.
Ma accontentiamoci e proseguiamo!
Vi siete mai chiesti quante volte al giorno vi capita di dirlo in un giorno? Se il numero si avvicina allo zero qualcosa non funziona. Probabilmente dovreste cercare lo scontrino della vostra quotidianità, andare in negozio e farvela cambiare.
Si perché se non ci meravigliamo durante la giornata vuol dire che probabilmente qualcosa sta sfuggendo al nostro sguardo.
Che sia un passo di un libro, una foto, un quadro, una donna, un uomo, un bambino, un tramonto, un fiore, una casa, il tuo estratto conto, un mago, un giocoliere per strada, il nostro nuovo taglio di capelli, l’abbinamento scarpe-colore degli occhi, il piccione che ha fatto centro, l’ultimo reality trash, il passaggio da zona-rossa zona-arancione zona-gialla zona-verde zona-indaco zona-eliotropo, quel tizio che si scava il naso nella macchina accanto,
una mamma, un papà, due anziani che si tengono per mano, due anziani che non si sopportano ma si fanno compagnia, due anziani che non si sopportano non si fanno compagnia ma hanno una buona pensione, una tazza con una scritta, la frase che avresti dovuto usare come risposta a quella discussione che hai avuto alle medie con la prof, una porta aperta, il regalo riciclato che pensavi non arrivasse più, la scoperta che diventerai madre,
la scoperta che diventerai padre e i prezzi stracciati sui voli aerei per il Messico, le tue nuove cuffiette, l’odore di un libro nuovo, l’odore del borsone della palestra che hai dimenticato di aprire, un gesto gentile in questo mondo caotico.
Poi, se proprio non hai tempo per meravigliarti di tutte queste cose e vuoi fare il pieno di wow, puoi tranquillamente prendere uno zaino cominciare a camminare e incontrare gente come te (si lo so che c’è il covid e non si può), sorridere con loro, abbracciarli, ridere, cantare, scrivere, osservarli, piangere, creare, ballare, suonare, recitare e soprattutto VIVERE.
N.B. il seguente articolo è stato scritto nel rispetto di tutti i DPCM, compresi quelli che si contraddicono tra di loro.
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