Con questa lettera, Cristina Mazza, ha dato il benvenuto quest’anno agli educatori e alle educatrici senza frontiere che hanno deciso di iniziare il percorso formativo RIGENERAZIONI.
Caro educatore senza frontiere, caro
Cara educatrice senza frontiere, cara tu
Mi è caro scriverti questa lettera, oggi nel primo giorno della nostra formazione.
Io non ti conosco, non ti ho mai visto prima di oggi. Ma per un caso fortuito ti ho trovato qui nella stessa che ho deciso di percorrere io.
C’è sempre un motivo per ogni cosa che accade. E se oggi sei qui con me ci sarà una ragione.
Non so quali sono i tuoi desideri, ma voglio raccontarti i miei.
Spero in una strada lunga che attraversa le pianure verdi e soleggiate, le valli e i prati fioriti, le montagne con i suoi valichi e i suoi sentieri, le spiagge quando il mare viene ad accarezzarti i piedi.
Spero negli incroci, quando la testa gira a destra e a sinistra per cercare di attraversare senza pericoli, quando ci si ferma alle strisce pedonali e gli occhi si incrociano con quelli degli altri che fanno lo stesso, quando il marciapiede diventa casa perché si incontrano persone sconosciute a volte, volti amici altre. Quando la strada non la conosci ma la prendi lo stesso.
Spero nei semafori sempre verdi, per camminare su quella strada lunga che ho immaginato. E se diventano rossi… ok va bene mi fermerò, attenderò, pazienterò, capirò.
Spero nelle rotonde, perché ti fanno girare la testa, come quando balli il ballo che ti piace con gli amici, dove l’adrenalina scorre e tu giri, come un grande girotondo che gira attorno al mondo. Ma poi il ballo finisce, la consapevolezza di riprendere la strada torna ad essere vigile e ci si rimette in cammino.
Spero in te che sei con me, che tu possa comprendermi, capirmi, accettarmi, farmi diventare un compagno di viaggio, utile come le valigie che si preparano prima di partire quando dobbiamo decidere cosa metterci dentro
Spero nelle risate, nell’ironia capace di trasformare le nostre debolezze e incapacità in grandi risorse.
Spero nel gioco che ci renda bambini stupiti, divertiti, scoprendo che lo possiamo fare anche se siamo grandi
Spero nella musica, quella che ho dimenticato per molto tempo, che apre il cuore, che fa piangere, che ci affina nei gusti, che ci fa andare a ritmo insieme, nelle tonalità giuste o in quelle stonate.
Spero in questo viaggio, credo in questo viaggio che sia rigenerante per te, come un bagno caldo, come un thè pomeridiano, come un birra al momento giusto, come un calice di prosecco che accompagna un buon piatto di pesce, come una preghiera a Dio nostalgica e rassicurante, come una mano sul capo che si fa sentire appartenenti.
Spero che tu possa vedere quello che ho visto io in 15 anni e più ancora nei 30 passati la bellezza dell’educare, del prendersi cura dell’altro, di non chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie, del credere nell’educazione come strumento di quel riscatto che spesso è stato impedito. La bellezza di aprire strade impossibili in luoghi impossibili con persone impossibili. Di sfondare porte chiuse e portoni inaccessibili, di pedalare in bicicletta per chilometri buttando dentro il cammino il significato profondo della vita che in fondo è l’unica opportunità che ci è data.
Ecco si, vorrei tutto questo per te, per noi, per me ancora e ancora.
Vorrei che tu ti sentissi a casa.
Cristina
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