Quest’anno gli educatori e le educatrici senza frontiere non partiranno. Ci prenderemo il giusto tempo per rigenerarci ed essere pronti a preparare nuovamente lo zaino e portare avanti i nostri progetti in giro per il mondo.
Vogliamo però raccontare i nostri viaggi, partendo dalle foto più significative.
Buon viaggio insieme a noi.

di Sara Cofani

Raramente penso a Dio.

Non lo so che fa, dov’è, se c’è, perché. Non lo so.

Eppure l’ho ringraziato tante volte per avermi dato spesso la forza di capire che ci sono luoghi in cui l’unica intuizione che possiamo avere come educatori è cogliere la necessità di portare del colore dove tutto è polvere marrone.

Africa misteriosa ancora dentro di me. Un viaggio intorno e dentro la didattica del fare.
In questi anni di passione educativa Senza Frontiere ho incontrato uomini e donne, anziani e bambini, volontari dediti alle fatiche che le quattro mura delle Comunità in cui vivono chiamano, in compagnia di mille anime che restano, che passano e poi tornano.

Sette anni sono stati un buon tempo per vedere bambini diventare adulti e adulti tornare a sorridere come bambini.
Caro Kunina, ti ho conosciuto che eri tutto più piccolo. A volte mi capita di farmi compagnia con la tua voce, con la tua risata, la tua bellezza riguardando le foto ed i video. Era prima il 2017, era poi il 2018.
Il più piccolo di 150 bambini. Sono pochi sette anni anche solo per immaginare di vivere da solo, per strada. Senza madre, senza padre, senza nessuno che possa prendersi cura e che a te insegni la gentilezza dei gesti bambini. Eppure, rimanendoti vicino, ho imparato a mangiare per gratitudine.

A prendermi una pausa di abbracci. Lentamente. In silenzio.

A desiderare il tempo di guardare un tramonto insieme.
Ti scrivo e spero davvero tu stia bene. Spero che qualcuno possa prendersi, oggi, cura di te proteggendoti e garantendoti di rimanere lontano dalle brutture di questa Terra.
Ti penso forte e penso che è mio dovere darmi da fare, per il lavoro che ho scelto, delle persone. Da quelle piccole a quelle più grandi.
Bisogna saperle guardare le Persone, anche a casa propria. Che siano quelle che non hanno la cittadinanza italiana, che siano quelle che arrivano sui barconi, quelle che vivono in famiglie distratte o evitanti, quelle che non hanno nemmeno un libro o un computer in casa, quelle che non si possono permettere certe scuole, quelle in balia delle zone in cui vivono, quelle che in classe spariscono. Che io possa sempre avere la forza di Guardarle.

Grazie di cuore,
che tu possa viaggiare nel tempo, sui treni, in città sempre nuove, con amici importanti, con sogni da bambino, con la determinazione di un uomo vero e con obiettivi sempre più alti.

Sogna ancora, sfidati ancora.

 

 

 

 

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