Educatori senza Frontiere è un luogo, uno spazio aperto, un’ esperienza da vivere insieme.
Solitamente organizziamo un fine settimana formativo a Maggio che riunisce educatori ed educatrici da tutta Italia.
Quest’anno non abbiamo preso treni, non abbiamo guidato auto, non abbiamo preso biciclette per arrivare al Parco Lambro qui a Milano, ma non potevamo rinunciare ad incontrarci, è per questo che oggi siamo qui per raccontarvi, un passetto all volta, quello che è successo alla formazione di Maggio, con le parole delle formatrici e dei protagonisti, 100 protagonisti.
Oggi è il momento della narrazione collettiva.
Gabriella Ballarini, formatrice di Educatori senza Frontiere, la sera del sabato ha raccolto parole e narrazioni provenienti da più parti d’Italia e ha cucito insieme un racconto dal titolo “Diversamente Immobili”.
Diversamente Immobili
È un cuore di bue, il cuore della storia, se devi taglialo pure, che tanto rimane succoso.
Come se fossimo tutti in salone
Come se fossimo tutti seduti in cerchio
Come se avessimo tra le mani la tisana
Come se fossimo tutti in Cascina
Come se fossimo nella casa di noi Esf
Come se avessimo passato la giornata in casa Margherita
Diversamente immobili?
Sta a noi decidere con quali occhi guardare questo tempo così particolare.
Un orologio le cui lancette si muovono come vogliono
Come una pianta, apparentemente immobile, ma in continua espansione, sottoterra e verso il cielo.
Voglio andare
Si deve, si può.
Scappare? Forse.
Fermati e prima di tutto
Respira.
La parola che passa sarà la chiave.
Andiamo alla scoperta di un nuovo cambiamento. Cosa ci ha lasciato questo tempo?
Troveremo una nuova prospettiva in questa immobilità.
Resto qui, esattamente nel luogo in cui voglio essere..
Atti di quotidiana bellezza, trovare un modo di andare restando fermi.
Il mio diario dei ricordi si è riempito di istanti Chi l’ha detto che non possiamo stare vicini anche quando siamo lontani?
Come faccio a crescere rimanendo fermo ed otre tutto in maniera diversa…e
soprattutto…diverso da cosa?
Fa paura la paura. Lo so. Raccontarla, sembra davvero un’impresa spaventosa.
Abbiamo discusso. Abbiamo parlato. Abbiamo riso. Dove sono le cose importanti?
Ho capito e mi sono ammessa di essere felice, di essere soddisfatta, contenta della persona che sono diventata.
vorrei accarezzare le mani, sentire i battiti del cuore, il sudore e persino la puzza dello stare insieme.. invece sento me, così forte come fossimo noi.
Alibi per riorganizzare il termine “di-stanza”..
il chilometraggio da A a B in uno scatto primitivo.. un tuono solca i metri da me a te.
La costanza nei rapporti significa tutto e niente.
Diversamente immobili… Ma poi che cos’è questa immobilità? Che cos’è questo tempo sospeso?
Diversamente immobili i pensieri che hanno scavalcato le ringhiere delle paure, del sentire veramente, del tempo dai minuti troppo lenti e di quello dai mezzi secondi.
Diversamente Immobili rimuginiamo affetti, amori e realizziamo che nella vita non bisogna muoversi poi così tanto.
Diversamente immobile è colui che ama, ama profondamente l’altro.
Diversamente immobili, per sperimentare in pieno questo limite come una vera opportunità
Diversamente immobili.
Pianeti e orbite su un quadrato di terra,
distanze intrecciate.
Noi
Certe volte mi sento i piedi fremere, vogliono ballare, allora li vedo muoversi su una
mattonella, danzano una specie di tip-tap frenetico.
I punti fissi si sono spostati
C’è una strada di sogni davanti a me e passi tutti da percorrere.
Resto, diversamente immobile, quando incrocio un passante o quando incontro una persona cara che non posso toccare o guardare bene negli occhi, senza immaginare un metro invisibile che segna la giusta distanza.
Diversamente immobili è un elogio a quella capacita di sostare, di soffermarsi, di osservare con cura, Perché c’è movimento dentro e fuori di noi, anche se non lo sappiamo.
Che poi, quando ci vediamo, anche se a distanza, riusciamo comunque a creare quel clima. Stiamo dentro casa nostra, eppure siamo lì, in cascina. Tutti insieme. A ridere, cantare, piangere, ballare e scrivere. Ed è vero, siamo soli, a casa,immobili. Ma con voi, diversamente immobili.
Vorrei essere diversamente immobile, ma proprio non riesco… mantenere le distanze…. ma com’è difficile?!
Non è forse vero che quando tutto non era immobile, quando tutto era ancora aperto, quando le persone si alzavano, uscivano di corsa e tornavano di corsa, in realtà erano solo persone diversamente immobili? La verità è che si può avere la libertà di muoversi eppure sentirsi paralizzati.
Ora è il momento di guardare il tempo da un’altra prospettiva.
La mia mente rimugina e rimugina… aspetto qualcosa, mi soffermo immobile
Non sono stato immobile quando ho messo da parte l’orgoglio mettere davvero pace, là dove avevo rancore.
Ricorderemo come abbiamo visto arrivare la primavera senza poterla accogliere, senza il contatto dell’erba sul corpo.
Qualcuno a cui voglio molto bene, però, mi ha insegnato a cercare un senso e che la realizzazione di quel senso non è mai immediata.
Li vedo i nostri sogni, i nostri colori, i nostri passi e le nostre note sparse nel cielo.
E se, per ora, non potessi fare altro? E se, per ora, fosse importante il mio sguardo, solo quello…per poter ripartire?
E quindi? Sono o non sono immobile? Nessuna risposta, solo tanti pensieri.
Il mio corpo, fermo e immobile.
Eppur si muove.
Fermarsi per muoversi dentro.
A volte ho messo in movimento il mio corpo, ma con la testa ferma. Non voglio più farlo.
So che non posso comprendere fino in fondo perché se ci penso, per me, tutti i possibili scenari sarebbero stati peggiori di questo. E quando il cerchio si avvierà alla chiusura, la spirale continuerà… nella distanza, abbattendo le frontiere del tempo e dello spazio.
E devo anche dire che mi sono scoperta io, mia casa, mia forza e mia compagna, io preziosa. Io per me e con me.
Dovremo imparare a percepire le vicinanze in modo alternativi. Sì potrebbero decifrare sguardi e piccoli gesti, creare nuove linguaggi emotivi, curandoli fino a vederli sbocciare come fiori
Mi trascino avanti, sopravvivo. E odio tutto questo. E ho paura. Paura di non provare più nulla, di cadere nell’apatia.
È come se stessi riscoprendo nuovamente un senso di appartenenza e di cura verso le proprie cose e la propria vita.
Per tutti siamo immobili, ma noi ce ne freghiamo e viaggiamo a modo nostro.
Così, in questo tempo sospeso, riscopro la bellezza della semplicità nei suoi gesti più puri e genuini; del calore trasmesso dal mondo in ogni sua sfumatura.
Poesia che accompagna la leggerezza; forse provo piú vergogna nella velocitá che nella lentezza.
Quale resistenza alle lacrime?
Corrono le lampade,
E sei fermo.
Abbiamo provato a re-inventarci, ci siamo ri-scoperti.
Noi che siamo diversamente lontani tra silenzi assordanti e pianti di bambino appena nato…comunque anche se strano nel profondo c’era un po di “felicità”
Affondo ancora una volta le mie radici. Avevo bisogno di stabilità e l’immobilità mi ha aiutata, portando con sé la nostalgia della libertà. Se non ti fidi della tua base, non hai fiducia della vita.
Torneremo a muoverci diversamente immobili.
Con il naso all’insù e lo sguardo oltre le stelle, sono ancora qui, libera di sognare
E nel limite scoprire di essere liberi
Mentre penso a noi diversamente immobili penso e ripenso alla nostra amata Fabbrica delle parole e penso che forse insieme potremmo scrivere la nostra personale fabbrica degli abbracci, immagino noi con i retini acchiappa farfalle alla ricerca di abbracci e piccole carezze e so che alla fine in questo nuovo tempo, torneranno.
Vorrei fossimo sempre creativi e creatori, coltivatori di bellezza piccola e reale, sempre abbastanza lenti e attenti da accorgerci del mondo che abitiamo
.. Ecco una stella, la bellezza, quella, non la trattieni..
I nostri sentimenti ci consegneranno un nome
e di nuovo, saremo pronti per dare colore al mondo.
Ed ecco che si ricomincia, si aprono nuove strade che vanno in direzioni inaspettate, ma appunto vanno.
Bisogna scegliere, con coraggio, le priorità
Esistono posti luminosi anche nei giorni bui, e se non riusciamo a trovarne uno, possiamo essere NOI quel posto luminoso
e noi diversamente immobili camminiamo in un modo nuovo.
Mi sono ritrovata a SOSTARE
E ho scoperto che SO STARE.
Anche quando siamo fermi o decidiamo di restare, ci pensano le nostre parole e i nostri pensieri a danzare…
Fermati per smontare quello che non serve più e ricostruire con quello che hai scoperto
Sto camminando stando ferma
molti chilometri e poi penso, ma non posso semplicemente essere meno pesante?
Siamo immobili, ma insieme.
Ho camminato stando ferma tantissimi chilometri, ho macinato tantissimi passi
Quanta strada, ogni volta che mi fermo!!!
L’educatore e l’educatrice Viaggiava oltre i limiti, le preoccupazioni, le avversità e si nutriva di forza, di immaginazione, di utopia.
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