Scritto da Marta Sassi
La mia strada preferita dice che la casa della nonna è a due isolati da noi, basta uscire, destra, sempre dritto e lo vedi dai, è quel palazzo marrone prima dello stop. Il nonno suona il citofono e noi corriamo giù perché non si può arrivare in ritardo a scuola!
La mia strada preferita dice che a volte corriamo veloci fino a quando la nonna non si sgola per avvisarci del semaforo, e ricordarci che solo quando è verde possiamo attraversare e dobbiamo darle la mano! Altre volte ce ne andiamo belle tranquille in bicicletta verso il parchetto, altre ancora litighiamo per un vestito preso di nascosto e un balletto mal riuscito..
La mia strada preferita sa di casa della nonna Silvana, focaccia alla cipolle e pasta al sugo che così buono non l’ho mai mangiato, mai più. Sa di “ti aspetto al palo quando esci da scuola”, della tua borsa marrone da cui sempre, non mancavi un giorno, tiravi fuori la merenda. Sa di “vieni a casa mia che facciamo insieme i compiti e poi vediamo amici”, di “passiamo dalle sbarre e andiamo nell’altro palazzo a giocare a nascondino”, di “corri che sei in ritardo, non ti firmo la giustifica!”.
La mia strada preferita ci ha visto mille volte percorrerla, in modi e tempi diversi: abbiamo gattonato, camminato piano, poi veloce, fino a correre. Insieme abbiamo attraversato scuole, stagioni, compleanni, domeniche e vacanze.
E’ da tempo che non percorro più la mia strada preferita, ci passo di sfuggita qualche volta, butto l’occhio, faccio un pezzetto ma poi cambio, taglio, giro. Non ci passo da quel 31 dicembre, da quando abbiamo visto per l’ultima volta quel programma che tanto ti piaceva, e tu con i tuoi occhiali rosa mi hai detto che mi volevi bene.
La mia strada preferita dice che le mancano i nostri passi, che siamo cambiate, cresciute.. Abbiamo forse smesso di averla una strada preferita che ci fa battere il cuore quando la pensiamo?
Illustrazione di GIPI tratta da Unastoria
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