di Flavia De Marchis
Alexi, comunemente chiamato Bandera, è un ospite di Casa Juan Pablo II. E’ uno dei più grandi, forse il più grande. Silenzioso, se ne sta nella sua cucina dalla mattina alla sera. Lui è lì e nulla lo scuote. Serenamente, prende il burro vegetale, ne stacca un pezzo e lo fa sciogliere nella pentola. Poi tosta energicamente il riso, indovinando sempre la giusta quantità per evitare sprechi. Mette un po’ d’acqua e aspetta. Aspetta mentre tutt’intorno è il caos. Musica reggaeton, ragazzi molto più giovani di lui che si prendo in giro. Urla e risate. Lui è lì e aspetta che il riso si cuocia. Mi sembrava in una bolla magica, all’inizio. In realtà lui è lì che aspetta che il riso si cuocia ma ascolta e vede tutto. Solamente quando qualcosa lo colpisce o diverte, scoppia in una risata che inonda la cucina come un meteorite nel deserto. E ride ed è contagioso.
Con lui devi entrare in punta dei piedi. Se gli chiedi per cento volte “come stai?”, lui ti risponderà per cento volte “tranquilo”, come a dire “qui sto bene, sto veramente bene, ho trovato il mio posto”.
Si Bandera, questo è il tuo posto.
Lo hai detto stasera quando hai letto il tuo diario a cena.
Lo hai detto quando hai costruito la tua casetta di cartone che sarebbe servita a contenere i tuoi sogni.
Lo dici tutte le volte che sei puntuale in cucina.
Bandera è un ospite di Casa Juan Pablo II. E’ il più grande.
Bandera si immerge totalmente in tutto ciò che fa.
Bandera se non può giocare a calcio, porta l’acqua.
Bandera è un clown.
Bandera si nasconde sotto al tavolo per farmi paura.
Bandera fa finta di dormire sul divano e poi fa dei versi strani con la bocca.
Bandera stasera in cucina mi ha detto che non si innamora da tantissimo tempo. Non crede più nell’amore e non gli interessa.
Bandera mi ha detto, guardandomi negli occhi, che ama se stesso. Con questa frase è riuscito a riempirmi il cuore di speranza e gli occhi di lacrime.
Bandera non crede nell’amore, ma mi ha detto che il principe azzurro prima o poi arriverà e che devo aspettarlo.
E’ stato strano parlare d’amore in questi termini in una cucina piena di riso e fagioli, mentre fuori c’è il caos.
Credo che Bandera sia magico.
Spero che Bandera trovi la forza di essere così, sempre.
B come Bandera. Un uomo. Un clown. Un cuoco. Un amico.
B come Bandera, bandiera, libre de volar.
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