di Pina Volpe
Occhi che ti guardano, ti osservano e vorrebbero essere guardati con cura, per capire che dietro quelle pupille si nasconde un universo pronto ad emergere solo se osservato bene.
La storia che vi voglio raccontare, ha come protagonisti 22 ragazzi tra i 16 ed i 26 anni le cui strade si sono incrociate su un’isola magica, ricca di paesaggi incantati e tramonti mozzafiato. È qui, a circa 15 km da Porto Azzurro, che avviene il miracolo. È qui che tutto si trasforma e che gli occhi spaiati e persi nel vuoto tornano a brillare.
Ci vuole tempo e duro lavoro prima che ciò accada ma Marta e Stani, le due pietre miliari del posto, trovano sempre il modo per accogliere tutti.
La Mammoletta non è soltanto una comunità per ragazzi con problemi di tossicodipendenza è molto di più. È un luogo senza cancelli in cui tutti, se vogliono, possono entrare a farne parte. Come è successo a Nat che abbiamo conosciuto durante questi 10 giorni, lui è uno skipper che Stani ha incontrato per caso sulla battigia e poco dopo, trovatosi senza un letto su cui dormire, era già ospite della comunità .
Qui, il tempo sembra essersi fermato e gli antichi valori esistono ancora. In questo posto, la bontà, la gentilezza e l’accoglienza contano e non importa da dove vieni o quanto sia stato difficile arrivare, l’unica cosa che ha valenza è la tua presenza.
In questi giorni, di occhi ne ho osservati tanti, alcuni erano ricchi di speranza ed altri pieni di paura, la paura di essere giudicati solo per loro storia , la paura di non avere via di uscita o di essere emarginati ed è per questo che loro stessi ci hanno raccomandato di raccontare cosa abbiamo visto e dire al mondo che non sono solo dei ragazzi problematici ma che sono ricchi di vita ed hanno deciso di guardarsi dentro per ripartire.
Come ci ha ricordato più volte Don Mazzi , non c’è una linea di demarcazione netta per distinguere buoni e cattivi ma ci sono solo ruoli che la la società a volte ci chiede di recitare. Ed è proprio osservando a fondo i loro occhi che tutte le classificazioni spariscono e che l’unica cosa che sono riuscita a vedere è quanto le loro anime siano belle e pronte ad accoglierti, fidandosi di te senza pretendere nulla in cambio.
È stato bello far parte di un posto così e quindi non posso che raccontare le emozioni belle che ho vissuto. Fin dal nostro arrivo, ho percepito di essere entrata a far parte di una nuova grande famiglia, in cui il più grande sostiene il più piccolo e viceversa. Alla Mammoletta nessuno può restare indietro, si cammina tutti insieme ed allo stesso passo; il loro motto è “ ciò che è di uno è di tutti”. Se qualcuno vuole condividere i propri pensieri, si trova un momento per sedersi tutti insieme e far “parola “. Persino a tavola il motto è ancora valido e quindi se una cosa basta per tutti può essere mangiata altrimenti no. Se dovessi riassumere il senso di questo progetto in una parola direi che quella che più li rappresenta è FAMIGLIA. Marta e Stani , per questi ragazzi, sono diventati come mamma e papà che si prendono amorevolmente cura di tutti ed i ragazzi con il tempo hanno cominciato a sentirsi come fratelli e sorelle.
Durante questi dieci giorni, mi sono chiesta più volte se stessi vivendo in un universo utopico o se invece posti come questo possano fungere da ispirazione ed essere replicabili in altre realtà. Io scelgo di credere nella seconda opzione.
Torno a casa arricchita e piena di speranza perché come ho imparato in questi giorni, insieme si può ed ogni goccia è indispensabile per scavare la roccia e creare una bella scultura. Grazie ragazzi!
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