di Giovanni Daghetti
“Chi beve l’acqua di una terra straniera?” Non esattamente chi la importa, o chi è di passaggio; chi si ferma, chi vive questa terra, chi la respira. Sono molti i modi per abbeverarsi, come gli animali nell’abbeveratoio, per chi di una terra vuole conoscere usi e costumi.
È una terra ricca, usata male, con i segni della guerra finita nel 2002. Anni di lotte hanno reso questo paese parte del terzo mondo senza possibilità di rialzarsi. È ancora in ginocchio con i bambini per strada a fare l’elemosina. Luanda è una metropoli, per girare in strada bisogna essere accompagnati. Pericoloso uscire di notte, sconsigliato. Anche qui a Huambo in certe zone è meglio non inoltrarsi. Nonostante queste avvertenze, per chi viaggia in questa terra, l’acqua è molto saporita. È dolce, disseta ma allo stesso tempo è pungente. Se si paragona l’acqua alle persone, si trovano somiglianze. L’acqua disseta, se la bevi ti fa stare male. Le persone qui accolgono, ma mostrano segni legati alla guerra e all’indipendenza acquisita dal post-guerra.
Sono 5 mesi che sto nel Centro Accoglimento Criança Feliz a Huambo, nelle persone si legge la sofferenza e allo stesso tempo, ti mostrano il loro sorriso più vero. Lascia quasi senza fiato, quello che si prova a vivere certi momenti. Hanno sapore di acqua. Ma questa è un acqua amara, qualche volta inquinata dall’odio, dalla rabbia dovuta alla fame, dovuta a non sapere se domani si vivrà ancora.
Molti bambini abbandonano questo posto per volare sopra noi, situazione amarissima. Proprio come l’acqua: se la bevi, avrai mal di pancia per molti giorni!
Ma non è solo questa l’Angola. L’Angola è anche religione e fedeltà in Dio. A Luanda ho anche notato una ditta sulla quale c’era scritto “Gesù è con noi”. La fede qui aiuta le persone ad aggrapparsi alla vita. I canti delle messe sono molto ritmici. Tamburi e canti in una lingua del posto l’Umbundu, molto particolare e allo stesso tempo coinvolgente, anche per chi non comprende la lingua.
Arrivando a questo punto fondamentale della vita, considero sia l’acqua la sorgente dove tutti possono bere, possono soddisfarsi, possono vivere, purificarsi. Così fin dai tempi più antichi l’acqua da vita a tutti i nostri antenati. Qui credo che l’acqua sia tutto questo concentrato in una sola parola: Emozioni.
Non bisogna bere queste emozioni, potrebbero fare male, non è purificata quest’acqua, ma ci si pulisce bene, ha gli stessi benefici dell’acqua da noi. Si può irrigare dando vita all’orto, ci si rinfresca quando fa caldo, da benefici e sollievi. Attenti però a non berla.
Noi “stranieri” non siamo abituati e tutti sconsigliano questo gesto. Quindi qui mi sto lavando in questa acqua fatta di emozioni.
Mina filipponi