di Giulia Gili

Giochiamo insieme?

Sta diventando la mia frase preferita: non so dire di no a quegli sguardi innocenti e pieni di colore. Mi riempie e mi svuota passare il tempo con i ragazzi, è come un’immersione ad occhi chiusi, sai che sarà speciale ma non sai cosa ti aspetta, ti regala sensazioni nuove ogni volta.

Ambalakilonga per me significa braccia accoglienti, un’oasi rinfrescante nel mezzo di quel deserto di amore che è la società di oggi, delle mura che ti proteggono e ti tengono al caldo.

Camminare,
suonare,
colorare,
giocare,
fare musica,
conoscere,
disegnare,
cantare,
ballare…
l’importante è stare insieme.

È questo che mi sta facendo innamorare, vivere nella semplicità dell’oggi ma di gesti semplici, nutrirsi di occhi curiosi e di momenti senza tempo.
Uscire da sé e poi rientrare, immergersi in un mondo diverso che non conosci ma in cui ti riconosci. Guardarsi dentro e vedersi. Scrutare gli occhi dei bambini e vedere profondità.

Sognarsi, desiderare di conoscersi senza parlare, è qualcosa che va al di là della diversità della lingua, che parte da due mani per arrivare al cuore.

Ogni sguardo e ogni parola sono unici, esprimono un’accoglienza senza limiti, senza scrupoli e inibizioni… si vive meglio o si vive davvero?

Sto vivendo di gentilezze inaspettate, complicità improvvise, sorrisi spontanei, occhi curiosi, delicatezza di guance dolci. I giorni scorrono veloci e sento già la nostalgia di questa vita, così lontana dalla frenesia della mia quotidianità.

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