Scritto da Teresa Falanga
Siamo abituati a pensare all’arte come ad un qualcosa di statico, che sta lì, ferma al suo posto, adatta solo ad essere osservata. Ho imparato negli anni che non è affatto così.
Se non c’è movimento l’arte non può esistere, creare qualcosa che prima non esisteva impone il fatto che qualcuno abbia deciso di smuovere qualcosa, di cambiare la realtà.
Anni fa pensavo fosse solo questione di tecnica, saper dipingere era un esercizio. Ma le tecniche per quanto complesse siano non bastano per poter fare arte.
È stato grazie ad alcune esperienze di teatro che ho capito quanto fosse importante la consapevolezza del nostro corpo per arrivare ad una consapevolezza delle nostre emozioni e quindi di saper muovere noi stessi per poter smuovere ciò che portiamo dentro di noi.
Conoscere il nostro corpo, sapere come si muove, come si relaziona con lo spazio, con le altre persone, come reagisce alla musica, alle parole, al silenzio è fondamentale.
Sapere come siamo “fuori” ci fa capire come siamo “dentro”.
Una persona statica, che non sa muovere il suo corpo probabilmente sarà così anche nei confronti delle sue emozioni.
L’energia che un corpo produce quando si muove è frutto di un qualcosa che spinge dall’interno, di una forza che a volte va controllata ma che poi dovremo riuscire a liberare, ed ecco che in supporto arriva l’arte.
Riuscire a riprodurre su un supporto quello che prima si è vissuto nel corpo, permette di ritrovarci di fronte a noi stessi, di poterci guardare dall’esterno, e questo permette la consapevolezza, riusciamo a conoscerci di più e grazie a questo possiamo aprirci all’altro.
Il fare educazione ci chiede di tirare fuori il meglio della persona che abbiamo di fronte ma dobbiamo riuscire a farlo prima con noi stessi. Essere consapevoli delle nostre capacità, dei punti di forza e dei punti deboli che ci appartengono è essenziale.
È per questo che credo fortemente che la valigia degli attezzi “Il clown e l’arte nella pratica educativa” sia uno strumento importante per chi ha voglia di conoscersi e imparare a conoscere:
passare per il movimento del corpo, per il riso, il sapersi prendere in giro e poi il poter rivedere tutto questo in una creazione tangibile, che sia un dipinto o una scultura, ci rende più leggeri.
(In foto l’artista Heather Hansen)
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