Scritto da Elisa Guidotti
Voglio scrivere di un fiocchetto rosso di tela legato a un cancello. Un cancello che si apre per far entrare persone e solo alcune possono anche uscire.
Un cancello che separa dal resto del mondo.
Un cancello che fa la differenza tra colpevoli e innocenti.
Un cancello che contiene paure, incubi, sogni e desideri. Un cancello che fa cambiare.
Un cancello di una Casa – perché è così che l’abbiamo voluta chiamare, anche se è un carcere minorile – chiamata Hogar Fortaleza.
Ecco, questo cancello che alla fine della giornata non è più solo un cancello ma è un quadro che ha quaranta e più desideri e sogni scritti e legati lì, dove tutti possono vedere. Sono tutti rossi, appesi al vento. Sono liberi.
Siamo seduti in cerchio a parlare di noi. Chi siamo? Ci diciamo sogni e speranze, paure e timori dentro una Casa circondata da filo spinato. E le parole escono pesanti, timorose e gli occhi cercano di nascondere lo sguardo. Vergogna? Timore? Paura? Non importa, l’importante è che ora siamo qui, liberi di poter parlare senza che nessuno ci possa giudicare.
Mi manca la mia famiglia, i miei genitori. Cosa farò quando esco? Come mi giudicheranno?
Voglio diventare dottore. Voglio aiutare. Voglio cambiare.
Siamo chiusi qui dentro perché abbiamo sbagliato…ma oggi siamo liberi di parlare e di confidarci che mi manca qualcuno, sono libero di mostrare affetto.
Liberi. Senza giudizio.
Sono libero di farti vedere le mie opere di legno, frutto di ore di lavoro. Sono orgoglioso di potertele mostrare. Mi sento bravo in questo.
Sono libero anche di poterti scrivere una canzone, anche se non l’ascolterai mai.
Sono libero di parlarti in inglese e tu ti siedi accanto anche se non capisci niente.
E sono libero di scrivere su quel pezzetto di tela rossa quello che voglio. Lo appendo al cancello che tutti vedono. Lo metto lì, in quel posto preciso perché mi piace. E lo faccio con cura, cercando il pezzettino di filo spinato giusto. È un pezzettino di me ed è giusto che sia comodo.
È un fiocchetto di tela rossa che non mi voglio dimenticare. Un pezzettino piccolissimo che insieme ad altri pezzettini riesce a colorare un cancello, e lo fa diventare importante.
Un pezzettino che mi voglio portare sempre con me, legato al mio polso, per ricordarmi ogni giorno che sono libera.
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