Scritto da Davide Amendolia
Un nuovo anno con Esf è iniziato, per me questa volta da una nuova prospettiva che mi dà la possibilità di assaporare le emozioni in modo diverso.
Come tutor posso spiare la curiosità, i timori, le incertezze e i sogni dei nuovi arrivati, e vedere una crescita nei veterani. La pioggia, il freddo e la nebbia ci accompagnano in questo week-end rendendo l’atmosfera magica, ma anche umida, fin troppo umida.
In quella enorme stanza ci conosciamo, scoviamo dei tesori nascosti, le nostre abitudini, i nostri sogni, e il nostro passato. Mettiamo in movimento il corpo, “che tutto sa, ancor prima del nostro cervello”, con un filo ci mettiamo in stretto contatto con una persona sconosciuta, ci sperimentiamo, ci lanciamo nel vuoto e corriamo ad occhi chiusi. Nel “ristorante del mondo” giriamo tra i tavoli passando da un piatto all’altro, mangiamo una storia e raccontiamo un viaggio. Mentre ognuno di loro si mette in gioco leggo le loro espressioni, le loro posture come pagine di un libro, questo libro si arricchisce ancora di più nei brevi momenti di pausa. C’è una sana voglia di conoscersi, stare insieme, anche se questo vuole dire stare la sera all’aperto accarezzati da un gelido vento. Sono felice di stare con loro, per loro. Tanti nomi e tanti visi da ricordare, per ora mi rimane una sensazione di confidenza e familiarità.
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