Scritto da Elisa Penna
Panciu è tante storie, storie di qualcuno che sta, di qualcuno, che invece, rimane solo per un po’ e che va, lasciando qualcosa e portando via, dentro di sé, altro. Quel tanto che resta, quel tanto che basta.
Luogo di passaggio per tanti volontari, che ha il sapore di casa, di una parentesi di vita.
E ogni transitare è ancora qui, visibile sui muri, in fotografie (“ cine e?” mi chiede Romeo mostrandomi una fotografia di alcune volontarie). Non so rispondere.
E’ importante rispondere?
Qui a Panciu c’è chi va e chi rimane. Ecco, c’è anche chi rimane.
Chi, nel transitare altrui, rimane.
Per loro Panciu non è solo una parentesi ma è la vita. Chi sempre è qui, non ha voglia di dirti tante cose a te, volontario, che, intanto prima o poi, te ne vai. I bimbi si affezionano e poi tu li lasci.
“ A volte penso se siamo necessari” dice Luigi una sera dopo cena.
Spesso me lo chiedo anche io. Me lo chiedo come educatrice volontaria in esf, me lo domando spesso nel mio lavoro con le famiglie e a scuola.
Siamo necessari?
Il tempo di una parentesi. Quella parentesi che rompe gli equilibri, che è altro, diverso da tutto ciò che questi bimbi vivrebbero se questa parentesi non ci fosse.
E’ necessario? .
E’ necessario che una banda di clown arrivi a Panciu ballando e facendo ballare i bambini, i padri e le madri di famiglia incontrati sulla strada, che salga sul loro carretto facendo volteggiare clave e facendo magie?
Il tempo di una parentesi allegra, spensierata e leggera.
E’ necessario che un gruppo di volontari italiani arrivi qui a Panciu raccontando a questi bimbi la favola di Pinocchio, parlando con loro di paure, sogni e viaggi?
Il tempo di una parentesi.
E’ necessario che dei volontari esf parlino di educazione, di comunicazione a educatori locali, ai volontari, a tutto il personale che si occupa del centro?
Forse il tempo di una domanda e di un multumesc.
Può cambiare qualcosa?
La risposta mi arriva da un messaggio lasciato sul frigorifero da una delle tante volontarie passate da qui: “ Abbiate sempre tutta questa cura del vostro bello”.
Forse non cambia nulla, solo il tempo di una parentesi, una parentesi di bellezza e ciò che è bello un po’rimane. Si vede stando nella casa dei volontari, si vede sul volto di Gimmi mentre saluta Felix, si vede negli sguardi degli operatori del centro, che se da una parte ci guardano con perplessità , dall’altra ci ringraziano.
E poi, cosa rimane?
Una parentesi, vicina ad altre, che è stata per un po’ qualcosa di diverso, qualcosa che per chi l’ha vissuto è stato anche quello vita. Un pezzetto di vita.
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