La formazione ESF non è quello che ti aspetti, anche se probabilmente non lo sai. La formazione ESF è un viaggio dentro te stesso attraverso gli altri. È trovarsi in cerchio con sconosciuti di cui non potrai fare a meno.
Il cammino inizia con una lunga salita che comincia a farti riflettere sul tuo stato di forma, sulle scarpe che indossi e sulla valigia che hai portato per l’occasione. Al termine di questa salita ti presenti con il fiato corto, camuffando goffamente il tuo accento (ma da quello non puoi sfuggire).
Gli attimi successivi sono un fluire di presentazioni e racconti, di coordinate geografiche e amicizie comuni, di “ma a te t’ho visto da qualche parte…”.
Il cerchio di esperienze e racconti diventa una dimensione unica e speciale, lontana dai ritmi cadenzati del quotidiano.
Non andrai a salvare il mondo ti dicono, andrai, prima di tutto, ad accrescere te stesso, poi a portare qualcosa di te agli altri.
La formazione porta su un palco di emozioni il tuo lato folle, rendendoti un funambolo della parola in equilibrio su una corda di amichevole goliardia.
Il mattino seguente, con i suoi passi ciondolanti e le facce di chi non ha dormito nel proprio letto, racconta, attraverso sguardi e sorrisi, ciò che di buono si è costruito il giorno prima.
È un’esperienza fatta di persone che ti riempiono il cuore, ti fanno ridere e riflettere, ti mettono in guardia e ti fanno aprire, se necessario ti riprendono se non fai i compiti, persone che hanno superato la loro timidezza o che la timidezza non sanno proprio cosa sia.
La formazione ESF è un prete di 86 anni che ti guarda fisso negli occhi scuotendoti nel profondo, un prete che le cose non te le manda a dire, uno che chi sei forse lo ha già capito.
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