Scritto da Chiara Borghi

In queste fredde sere angolane il sonno tarda a venire e così sotto un meraviglioso cielo stellato, non posso non pensare che a loro, ai bambini e ai ragazzi del Centro de Acolhimento Crianca Feliz di Huambo, dove mi trovo ora. Loro che sono tanti, che iniziano la giornata alle sei del mattino e dormono in una camera con tanti letti, troppi e alle finestre i vetri non ci sono. Loro che litigano, poi alla fine si aiutano, che hanno un vestito di una taglia in più o di una in meno e giocano con una palla fatta di stracci. Loro che amano farsi fotografare come per dire “io esisto”, che nel bel mezzo di un gioco divertentissimo scappano improvvisamente perché oggi è un giorno speciale, oggi c’è la merenda e quindi un panino bianco per tutti. Loro che non hanno neanche un cassetto per riporre i loro sogni. Già i sogni..quali saranno i sogni i Elias, Calisto, Mingu, Iosè, Franklin e di Pastor che parla sottovoce, non ama la matematica ma è bravissimo a disegnare e  da grande vuole fare l’insegnante. E i ragazzi più grandi? Sogna ragazzo sogna…sono le parole di una vecchia canzone. Io al contrario di loro un cassetto l’avevo e un giorno l’ho aperto e ho ritrovato il mio sogno, ho trascorso ore a guardare fuori dal finestrino polveroso di un pullman e oggi sono qui. L’Africa mi ha accolto con i suoi colori, con  la polvere di una città, la sua musica, la terra rossa e l’aridità dei villaggi, i tanti contrasti. Ho annusato odori forti, incrociato sguardi intensi e malinconici e ho ricevuto in dono sorrisi gratuiti. Ho camminato e ho lasciato la mia impronta che forse è già stata calpestata e cancellata, non importa.

“Andrai in Africa quest’estate”?

“Si andrò in Africa”.

“E non ti mancherà il mare quest’anno”?   Sorrido, continuo a camminare e anche un po’ a sognare..

“No…non mi mancherà il mare”!

 

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