Scritto da Nico Parasmo
Sono cinque… Ebbene si, sono cinque. Gli anni che mi vedono protagonista e anche spettatore di una realta’ indescrivibile, forte, emozionante ma anche triste, differente ed estremamente complicata. Ho visto passare tanti giovani qui, in Casa Juan Pablo II, Honduras. Una comunità educativa che vuole avere la pretesa di ridare valore e voce agli ultimi, ai tossicodipendenti, a quella “categoria” che qui, di degno, non ha nulla. Ragazzi che troppo spesso hanno invocato e voluto un padre che non c’e’ mai stato, un amico che non li usi per convenienza, una relazione che non si costruisce come uno spinello. Dalla marijuana al crack, dalla cocaina alla colla. Un trotterellare infinito al quale si aggiunge l’alcool. Famiglie che fanno cio’ che possono, giovani senza interessi, un popolo che lotta per riempire il proprio piatto con una tortilla in piu. Un Governo troppo preso a lottare contro una corruzione implacabile e uno stato di violenza e insicurezza tali da vedere le citta’ desolate e solo luci di insegne di imprese che promuovono prestiti personali. Poco fuori dalla città, dove già si perdono le ultime baracche che vendono frutta, ci siamo noi. Li accogliamo, diamo loro un posto dove dimenticare per poi ricominciare, un piatto di “sopa” calda con qualche tortillas e fagioli. Diamo loro assistenza medica e soprattutto educativa, formativa, e scolastica attraverso la riscoperta dei valori e la pratica residenziale. Cerchiamo di essere, ma non sostituire, quella famiglia che possa dare calore, affetto e speranza. In tanti arrivano, molti si fermano, altri rinunciano, altri ritornano a vivere. È dura, molto dura. Proprio ieri uno dei nostri ragazzi si è laureato in Scienze dell’ educazione. Non sono riuscito a trattenere l’emozione. Magari fosse sempre così. Noi siamo anche questo. Continuiamo ad andare avanti nella speranza che i sorrisi siano le porte della speranza. Sorrisi che per molti, sono un gesto nuovo e tutto da scoprire e vivere.
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