Scritto da Michela Gubitta
Essere tutor all’isola d’Elba? Un’esperienza che racchiudo in quattro parole: Natura, Condivisione, Avventura, Talento. E’ così che è iniziata la settimana di campus con Elena e Teresa a La Mammoletta: le strette di mano, i primi passi nella comunità, l’orto dei semplici, il laghetto con il pensatoio, la foresta dei sentimenti, l’incontro a sorpresa con Miriam che avevo salutato proprio un anno fa ad Ambalaki. Subito la notizia del disalberamento del Bamboo, che sentiamo aver lasciato un segno profondo in chi a quella barca a vela deve la propria salvezza e la propria rinascita. Riconosciamo tante aspettative nei nostri confronti, tanta fiducia. Forza ragazze… ora tocca a noi!
E’ nuovo l’abito che indosso, appena comprato e mai provato: me lo sento un po’ stretto all’inizio, forse devo solo infilarlo lentamente e lasciare che prenda le forme del mio corpo, che mi si calzi addosso.
Ho voluto che il mio abito assumesse i colori dell’attenzione, dell’ascolto e della cura, che il nostro gruppo praticasse l’arte dell’esserci e del sentirsi. Che nel camminare e camminarsi dentro fossi un po’ guida e un po’ guidata , un po’ sostegno e un po’ sostenuta.
“Navighiamo con le vele piene di sogni”, scrive Teresa. E allora essere tutor ha significato per me coltivare insieme il nostro essere esf a pochi chilometri da casa, dove pensi che non esistano frontiere e invece scopri che possono essere proprio qui vicino, negli occhi e nel cuore di sei adolescenti fragili, quelle più difficili da abbattere. Condividere le storie che in questa terra il mare e la Natura raccontano, liberare i Talenti più nascosti ma presenti in ognuno di noi con lo spirito di chi crede in un’Avventura che ha i piedi scalzi ma le vele grandi e piene di sogni.
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