Scritto da Jennifer Gaspari
Ho desiderato di partire per tanto tempo, sentendo viva la voglia di conoscere, osservare, vivermi l’Africa per un po’. Ho aspettato di partire, perché ho capito che l’impazienza non è buona consigliera e che c’è un tempo giusto per ogni cosa. Mi sono preparata per farlo, toccando corde dentro di me che a volte avrei preferito lasciare senza vibrazioni, perché dolorose.
Quando si desidera una cosa per tanto tempo e questa non capita all’improvviso, ma ci si prepara per viversela, essa assume il sapore della conquista. E così mi sentivo alla partenza: stavo scartando il tempo del mio sogno, me l’ero conquistato.
Ma arrivata in Sierra Leone mi sono scontrata con conquiste di ben altro genere.
Le conquiste di Padre Maurizio e di chi lavora con lui da anni, che ha dato speranza e affetto a chi era stato messo in ginocchio dalla terrificante guerra sierra leonese e dalla povertà; la conquista quotidiana di un cammino verso la crescita e l’autonomia, portata avanti con il sorriso dai ragazzi amputati, e la loro forza ed energia; la nostra conquista nella creazione di legami e relazioni, la conquista dei sorrisi, degli abbracci e di un modo diverso di comunicare; la conquista ancora troppo evidente e presente dei potenti del mondo che osservano questa terra da in cima ad una collina, ma senza guardarla davvero; la conquista del coraggio di andare avanti anche se “qui è un inferno”, anche se “sono malato”; la conquista avida, forse per forza di cose, del cibo, dei vestiti, delle caramelle e dei biscotti, dei pastelli per colorare e dei fogli per disegnare e di tutto quello che normalmente non si ha; la conquista del ritrovare la bellezza dell’essenzialità nei gesti, nelle parole, nelle abitudini.
Infine la conquista della consapevolezza che sono stati questi ragazzi e questa terra ad avermi conquistata, a suon di carezze e pugni sul cuore, sbattendomi in faccia tutta la propria forza ma anche tutte le proprie fragilità e contraddizioni. E il sapere che con queste conquiste bisogna farci i conti.
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