Corre la strada sotto a “el carro”, le grandi auto con il cassone che in questi giorni ci portano praticamente ovunque.

E noi li’ dietro, che sobbalziamo ad ogni buca (e sono tante), che veniamo sbatacchiati a destra e sinistra e certe volte non sai neanche dove mettere le mani per tenerti.

Intorno tanta polvere e il verde; questa vegetazione cosi’ lussureggiante e ricca, eppure a tratti cosi’ difficile e violenta.

Il mezzo agli alberi, nascoste come piccole scatole sporche tra le foglie ci sono le case.

Le case della gente della montagna, delle galline e dei galli, dei porci e delle zecche, le case dei bambini e delle mamme giovanissime che passano la vita a cercare di mantenerli; le case degli uomini che rientrano la será stanchi del lavoro nei campi e che non sanno piu’ cosa significhi la parola amore.

Tra un’aldea e l’altra, a volte ad ore ed ore di camino, ci sono le scuole. Piccoli centri che raccolgono i bambini e i ragazzi di tutte le eta’.

Sedie di legno e ruggine, piccoli banchi e lavagne cosi’ logorate dal tempo che si fa fática a scriverci sopra. Eppure le aule sono colorate, tanti disegni appesi come panni ad asciugare e tanti occhi sorridenti e un po’ impauriti che ci accolgono.

Due ore per arrivare alla scuola e altrettante per tornare a casa sotto un sole violento o una pioggia battente. E poi le storie che ci raccontano le insegnanti… Storie di donne sole che crescono i figli come possono, magari cercando la protezione di altri uomini che a loro volta le abbandoneranno. Figli cresciuti dai nonni o, quando non ci sono, dagli zii o dai vicini di casa.

Tutto si confonde nella testa, mentre una signora scende dalla montagna con una pentola piena di pollo e patate in tante piccole bustine… Chissa’ quanto ha camminato prima di arrivare qui per vendere il cibo che ha preparato.

Le emozioni fanno rumore tra il vento e la polvere. E poi si arriva alla Casa Juan Pablo, per noi ormai il nostro porto sicuro. Cominciano le prove del teatro, si spengono le luci e si chiudono le porte. Manca poco al grande giorno, quello dello spettacolo, in cui tutto il lavoro di questi mesi, la preparazione, la tensione sfogheranno in un grande urlo di gioia. E noi saremo li’, ESF ci sara’, para compartir todavía un suspiro de este Honduras.

 

Daniela Sangiorgi

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