di Marita Fontichiari

Siamo partiti la mattina del 26 dicembre per Toliara con il bus pieno: noi tutti stretti seduti uno sopra l’altro, le scope, le pentole, il riso e gli zaini legati sul tetto. 

Ai ragazzi della comunità di Ambalakilonga non interessava quanto il viaggio sarebbe stato lungo, quante buche avremmo preso o quante pause potevamo fare ma l’importante era poter guardare fuori dal finestrino i paesaggi di un paese che, nonostante sia la terra che li ha visti nascere, non avevano mai visto. Cristian e Fandresena hanno passato tutte le 18 ore con il naso attaccato al finestrino e gli occhi pieni di meraviglia e così anche io ho deciso di non lamentarmi ma di godermi la strada. 

Siamo arrivati di notte al buio illuminati dal cielo stellato al complesso delle suore che sarebbe stata casa per i prossimi due giorni. Mi sono svegliata la mattina dopo con i canti delle sorelle nella cappella affianco alle nostre stanze, ancora non sapevo quanto sarebbe stata speciale quella giornata. 

Prima tappa: Mangily – il villaggio dove non esistono le palle. Perché la nostra palla era rimasta a Fianarantsoa e invano insieme a Tolotra siamo andati a cercarne una per poter giocare in spiaggia. Dalla mancanza però nascono le cose più semplici e più belle.

Perché a noi in quel momento bastava il mare. 

Seconda tappa: la spiaggia. Dentro l’acqua ci siamo trasformati e ci siamo tolti tutte le nostre maschere. Lucien si è spogliato della sua timidezza, Santatra e Nomena sono tornati bambini e hanno imparato a nuotare, Savio ha preso le sembianze di un granchio, Mamy si è sentito libero, Elisée ha schizzato tutti, Maro e Herytina hanno ammirato le ragazze in bikini.

In spiaggia circondati da questa aria di spensieratezza abbiamo mangiato il pesce e il polpo appena pescati, abbiamo raccolto il tamarindo aspro e ci siamo riparati dalla pioggia sotto le fronde di grandi alberi. Nessuno voleva che finisse quella giornata e al tramonto è stato difficilissimo dover dire: “Veloma ranomasina!” (arrivederci mare!).

Io mi sono sentita fortunata insieme a loro che vedevano per la prima volta il mare, in pochi momenti mi sono sentita così libera e felice nella mia vita.

Nei giorni precedenti alla partenza chiedevo a tutti: “Hai mai visto il mare?” –  ma se lo domando a me stessa la risposta è che il mare l’ho visto tante volte ma mai come in quei due giorni insieme a loro.

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