Scritto da Stefania Lissandrelli
Azione-reazione…già, ma quando non si parla di pizze e si intende dire qualcosa su un incontro di persone, questa logica conseguenza si arricchisce tremendamente, complicandosi anche, certo.
Un po’ è questo il mio pensiero riguardo alla prima tappa del cammino di formazione di esf a Milano (piovosa, ventosa e semi-alluvionata!!).
Ci siam ritrovati tutti li, in cerchio, senza conoscerci ma già sapendo di condividere qualcosa, un interesse, una motivazione seppur poco chiara ma sempre un motivo che ci ha spinti a scegliere di volerci mettere in gioco (e non intendo solo il gioco tragico della casetta con gli inquilini!!) in un contesto di gruppo, cioè condividendo con altri una trasformazione personale ma contagiosa.
Non eravamo tutti educatori, ma certamente avevamo in comune la curiosità di capire come si infila l’infradito nell’educazione; poi la disponibilità di gettare sul tavolo qualcosa di nostro, di autentico, le nostre esperienze precedenti, le sensazioni del momento, la voglia di inserirsi per poco tempo in un ambiente speciale, una comunità con i suoi tempi, le sue regole e i suoi ospiti…
Abitiamo tempi in cui la condivisione non è di moda e tanto meno lo stare con sconosciuti a fare qualcosa di importante per noi stessi (chissà, magari poi anche per altri!).
Nell’impasto ci butto anche il sapore dolce-amaro di chi naviga da tempo nel mondo dell’educazione, di chi ne ha fatto una ragione di vita, di chi ha guidato il cucchiaio di legno per questi due giorni di mescolamento di idee, emozioni, criticità e sorrisi.
Però no, la torta ancora non è pronta, la lievitazione è un processo che ha i suoi tempi e per ottenere un’armonia di forme, sapori e colori è necessario aspettare, scaldare bene il forno.
Stay hungry. Alla prossima!
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