di Andrea Perri
Erano mesi che attendeva al buio, chiusa in un cassetto, a combattere con la paura che l’umidità, la muffa o le tarme potessero farle visita.
In quello spazio angusto a farle compagnia erano i ricordi. Di quando era un semplice filo di lana che tessuto in una trama iniziava a cambiare la sua forma. Delle mani calde e sapienti dell’artigiano che intrecciando con altri fili e altri colori le dava spessore, consistenza e unicità.
La sciarpa finalmente pronta si apprestava per la prima volta ad avvolgere un collo infreddolito e profumato.
Si ricorda del profumo, spruzzato un attimo prima che lei potesse circondarlo e impregnarsene, quel profumo che le rimaneva addosso anche ore dopo essere stata posata su una sedia.
Quei ricordi le tenevano compagnia, spiraglio di luce nel cassetto buio, nell’attesa che il freddo facesse in modo che si riaprisse.
Puntuale il gelo riporta la sciarpa a nuova vita, perché lei sola può cingere con delicatezza e scaldare chi la porta.
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