di Davide Amendolia
In una cittadina dove il vento cantava,
una busta marrone s’innalzava,
vuota e sporca di farina, lasciò l’umida panchina.
libera di danzare, di volare leggera,
con una capriola scavalcò la ringhiera.
Attraversò strade, svolazzò nei vicoli, una danza improvvisa tra gli occhi curiosi.
Vorace il vento la portò alto in cielo,
la busta sottile, un delicato velo.
Un ciclista sfrecciava, con lui fece una gara. tra auto e lampioni la fine fu amara.
il vento cambiò, diventò burrascoso, la busta di plastica danzava nervosa.
Tra fulmini e tuoni, perse il suo controllo, un vortice selvaggio, un destino da solo.
E così, nel turbine, la storia s’interruppe, la busta sull’albero si ruppe.
Ma forse nel ricordo di chi la vide volare, restò una lezione su come la libertà possa sospirare.
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