di Francesca Adamoli
La pianta della vaniglia appartiene alla famiglia delle orchidee. Nasce in Messico, ma ora la troviamo soprattutto in Indonesia e Madagascar.
Questo il paese che da circa cinque mesi non smette di regalarmi insegnamenti.
Non ho mai amato la vaniglia sono sempre stata una da cioccolato e pistacchio.
Ma questa terra mi ha preso per mano e mi ha accompagnato alla scoperta di quanta pazienza e delicatezza ci vuole per ottenere questa essenza dolce e preziosa.
Nelle piantagioni, centinaia di fiori vengono impollinati delicatamente da mani attente. Mi piace pensare che accarezzino ogni giorno il fiore per dar loro importanza, una costante cura, così come il lavoro educativo dare attenzione alla crescita passo dopo passo insieme.
La vaniglia ti insegna l’attesa, ha i suoi tempi per formarsi ed essere lavorata, è necessario pazientare mesi per ottenere il tipico bastoncino nero morbido.
Non ama la fretta e predilige far respirare il suo aroma delicato e coinvolgente solo
durante le ultime parti della lavorazione.
Entra dal naso e poi ti fa bene al cuore come un abbraccio dopo una giornata di scuola.
Questa essenza ha effetti rilassanti su tutto il corpo e combatte lo stress e cura anche dall’insonnia.
È quella coccola, quella nota dolce che ti fa evadere da una cornice a volte amara.
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