di Camilla Mori

Una passo alla volta. Passo dopo passo, camminando e percorrendo il grande e lungo viale principale di Huambo, le macchine, i pulmini e le moto sfrecciano a grande velocità, studenti escono dalle lezioni all’università, ragazzi e bambini camminano. Con passi, leggeri ma decisi alcuni di loro arrivano al Centro di Accolhimento Crinça Feliz di Huambo. Un luogo in cui due educatori e tanti altri ragazzi vivono e vanno a scuola.

All’interno del cancello però non c’è solo il centro, ma anche il punto di salute, un luogo aperto a chi ha necessità di farsi fare una visita medica, la scuola Sao Jao Calabria e la possibilità di fare vari corsi, come ad esempio quello di cucina.

Siamo entrati nel centro in punta di piedi, con passi lenti e curiosi di scoprire cosa ci aspettava.

Durante le nostre settimane a Huambo, oltre ad aver fatto alcune attività organizzate con i ragazzi abbiamo anche vissuto insieme momenti di vita quotidiana, facendo i compiti delle vacanze, guardando i grandi che insegnano ai più piccoli quello che loro hanno imparato quando avevano la loro età, sperimentandosi nella capoeira e nel judo, assistendo alle partite di calcio la domenica pomeriggio, alle prove del coro e ai momenti del riordino degli spazi che insieme vivevamo.

Qui, tra stampe super colorate e odori inaspettati, ho scoperto la semplicità dell’emozionarsi con le bolle di sapone, il volerle scoppiare e inseguire, la gioia nel vedere le perline per fare i braccialetti e l’impegnarsi nel farli per ore e ore.

Mi ha sorpreso la difficoltà ma anche l’impegno nel fare un disegno condiviso tutti insieme, uno accanto all’altro, la soddisfazione nel vedere che un proprio disegno è diventato una maschera da poter indossare.

Ho riscoperto la bellezza del giocare, del farlo insieme, della competizione, del gioco di squadra e poi della condivisione di una vittoria, della musica, dall’insegnare balli, al ballare senza sapere i passi, farlo insieme o da soli, ma anche di cantare, anche quando non sai bene le parole.

Camminando per le vie delle città e per i villaggi ti rendi conto della bellezza delle contraddizioni di un paese come l’Angola, che mi ha lasciato una voglia di fare passi, di non smettere di farli anche se la strada è ripida, tortuosa, stretta o pericolosa, e la consapevolezza che se questi passi li facciamo insieme, una strada in salita oppure dissestata non è poi così faticoso percorrerla.

Grazie alle mie compagne di viaggio, ai compagni di viaggio che ho incontrato lungo il percorso e a chi mi ha supportato anche da lontano.

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