di Anna Trabucchi

Vorrei essere uno di quei colibrì che la mattina cinguettava sugli alberi fuori dalla finestra e che ha viaggiato con noi, che ci ha osservate e che nel cielo boliviano ci ha accompagnate in ogni avventura che abbiamo vissuto in quella terra rossa, calda e rumorosa. Sono certa che si è fatto delle belle risate perché le occasioni per divertirsi non sono mai mancate ma credo si potrebbe anche emozionare davanti al bene che abbiamo imparato a volerci.

Cara Bolivia, vorrei guardarti da fuori per avere uno sguardo esterno e completo su di te e rivivere così ancora una volta il tuo tempo. Sei stata un bel dono che mi ha fatta scontrare con me più e più volte fino a farmi rendere conto che non si va mai abbastanza lontani per fuggire da sé; mi sono però accorta che delle buone compagne di viaggio, che non importa da quanto tempo conosci, possono aiutare a ritrovarti.

Il tuo tempo è così variabile che, a volte, i programmi sono superflui perché è molto più importante e necessario saper inventare, modellare, guardare ciò che hai davanti e cercare di creare qualcosa di bello partendo proprio da quell’istante lì, con quelle possibilità, con quei desideri nel cuore.

Sei stata intensa e travolgente, molto più di quel che pensassi, ma sei anche stata la ventata di aria fresca di cui avevo bisogno.

Se fossi stata il colibrì sull’albero mi sarebbe piaciuto guardarti da fuori perché una pugliese, una ligure, una milanese e una valtellinese non capita tutti i giorni di vederle insieme in una terra con così tante avventure in serbo per loro, ma ho avuto la fortuna di essere una di quelle quattro e ciò che ora desidero è di tenere stretto e proteggere ogni attimo, sguardo, abbraccio, lacrima e sorriso che con loro ho condiviso.

Grazie Bolivia, sei stata un viaggio dentro al viaggio ricco di emozioni e tante piccole cose preziose che porterò con me.

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