di Elenia Ardente
C’è qualcosa di familiare nell’andamento di queste donne che con grazia trasportano i pesi sulla loro testa.
Donne adulte, donne giovani, donne incinte, donne con neonati dietro la schiena, nulla le ferma nel trasportare banane, avocado, pane e noccioline nella bacinella poggiata sopra la loro testa. Questa è una delle immagini che ha fatto da sfondo al mio viaggio in Angola, da Luanda a Huambo le donne del posto mi hanno accompagnata mostrando la loro forza e la loro eleganza.
Huambo express, dieci ore di viaggio in pullman con cui abbiamo attraversato città, villaggi, distese di baobab, di banani e di alberi che neanche sapevo fossero avocadi.
Prima sosta, mi colpisce la presenza di donne, ragazze e bambine sedute sul ciglio della strada che all’arrivo del pullman, si alzano e si avvicinano per vendere i loro prodotti. Cerco di uscire dalla porta e faccio fatica, sono circondata da mani che mi mostrano pomodori, arance e banane, me li offrono chiedendomi di comprare da loro, mi osservano incuriosite dal colore della mia pelle e dalla sottigliezza dei miei capelli, io ricambio con timidezza il loro sguardo, affascinata a mia volta dalla loro bellezza.
Dal finestrino del pullman le osservo camminare con leggiadria mente sulla testa hanno dei sacchi pieni di chissà cosa, assomigliano a delle regine che con estrema eleganza trasportano le loro corone di juta. Mi ricordo di quando ero piccola e affacciata alla finestra di casa osservavo una signora anziana del paese trasportare la legna allo stesso modo, poggiata sul capo, la vedevo risalire dalla campagna con le mani poggiate in vita e lo sguardo fiero davanti a sé.
Io non ho mai provato a trasportare del peso sulla testa, e voi? Come fa a non cadere e a tenersi in equilibrio?
Tra le foto di famiglia ne trovo una della mia bisnonna con uno strano contenitore sul capo, è la conca abruzzese, in tempi antichi veniva utilizzata per portare l’acqua dalle fontane alle case. Quand’è che in Italia le donne hanno smesso di trasportare i pesi sulle loro teste?
Ora capisco perché queste figure di donne africane mi colpiscono così tanto, ognuna di loro mi ricorda in qualche modo le mie ave, ognuna di loro mi ricorda una parte di me.
Nelle settimane trascorse a Huambo, al centro de acolhimento criança feliz, ho riscoperto l’eleganza che c’è nei piccoli gesti, la potenza che si cela dietro i movimenti della vita quotidiana come quello della signora Rosa che setaccia il miglio, e il suono che ne deriva. Assieme a lei sotto il sole d’inverno stendo il miglio per farlo essiccare, assieme a lei comunico con il linguaggio dei gesti, e sento secoli di storia che mi attraversano il petto.
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