di Veronica Perego

Sono rientrata a casa, con la macchina colma di cose, ma soprattutto di ricordi, di abbracci, di sorrisi, di parole gentili, di fotografie….

Ma devo fare un passo indietro, partendo dall’inizio, quest’anno è stato un viaggio Esf diverso dagli altri alla Mammoletta, essendo l’educatrice della comunità, ho potuto organizzare i campus dall’interno, tutto è iniziato con la scelta del tema, dopo una profonda ricerca e un confronto con l’equipe, siamo arrivati alla conclusione, il tema scelto per questi campus è quello dei “confini”, un concetto che può sembrare astratto, ma che tocca profondamente le vite di tutti noi.

Le due esperienze sono state suddivise così: nel primo campus, i ragazzi lavoreranno sui “confini vicini”, quelli che riguardano le relazioni personali, le emozioni e l’identità. Nel secondo, invece, l’attenzione si sposta sui “confini lontani”, quelli che separano culture, mondi e prospettive diverse.

Queste esperienze sono dedicate a ragazzi e ragazze che vivono situazioni di fragilità e che sono inserite nel percorso educativo della comunità la Mammoletta.

Essendo responsabile dei campus e anche una Esf, all’ inizio ho avuto delle difficoltà nel fungere da collante tra la comunità e il gruppo ESF, però giorno dopo giorno ho  trovato un equilibrio, affidandomi alla forza del gruppo e alla collaborazione con l’equipe interna e del gruppo Esf.

Come per i ragazzi, anche io mi sono affidata agli altri, la condivisione e il supporto reciproco sono la chiave per poter superare le difficoltà e vivere al meglio il “viaggio” insieme.

Per affrontare il tema dei confini, i ragazzi e le ragazze si sono lasciati condurre dai gruppi Esf in attività artistiche, di scrittura, di gioco e anche l’uso del corpo. L’arte diventa un mezzo per esprimere e comprendere i propri limiti e quelli degli altri, la scrittura offre uno spazio sicuro per riflettere e raccontare, mentre il gioco permette di sperimentare e ridefinire i confini in un contesto di divertimento e condivisione. L’utilizzo del corpo, infine, è cruciale per immergersi fisicamente nel tema, esplorando attraverso il movimento e il contatto la percezione dei propri confini fisici ed emotivi.

I campus della Mammoletta, rappresentano un’esperienza trasformativa per i giovani partecipanti. Attraverso un percorso di esplorazione dei confini, sia vicini che lontani, i ragazzi hanno l’opportunità di crescere, riflettere e rafforzare le proprie capacità di relazione e di auto-comprensione.

Per me, questo viaggio ha significato non solo una sfida professionale, ma anche una profonda crescita personale, dimostrando ancora una volta quanto sia importante la fiducia reciproca e la collaborazione nel creare percorsi educativi significativi e duraturi.

Un’altro ricordo che racchiude questa esperienza è un pezzo della bellissima canzone di Marco Mengoni, “Credo negli esseri umani”:

“Ma che splendore che sei, nella tua fragilità

E ti ricordo che non siamo soli a combattere questa realtà

Credo negli esseri umani che hanno il coraggio, coraggio di essere umani

amore, amore, amore ha vinto, vince, vincerà”

Grazie Esf e Mammoletta, perché grazie a questa esperienza mi sono sentita a volte in balia delle onde altre volte sicura e tranquilla lasciandomi cullare da esse, ma soprattutto mi sono sentita resiliente come il mare, che rinasce e si riorganizza ogni giorno seguendo un evoluzione che cammina.

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