di Flavia De Marchis

Cosa succede il giorno prima del campus? Ve lo racconto.


Milano Centrale. Le vedo: zaini, valigie, un panino mangiato al volo e sguardi che si
cercano tra la folla. Priscilla, Giada ed io finalmente ci riconosciamo, gli occhi si
illuminano, il sorriso si allarga, la voce diventa acuta e gli abbracci sono avvolgenti.
Dove andiamo? Per di qua, per di là. La stazione è un labirinto. Sicuramente
abbiamo sbagliato strada, allungato, siamo tornate al punto di partenza. Ma poco
importa.

Arrivate in Cascina abbiamo lanciato i nostri effetti personali nelle stanze
perché c’era un luogo più importante da vedere: la sala Margherita.
Ed eccoci qui, il giorno prima, a preparare e prepararci per il campus. Arriva anche
Lucia, con un faldone di nomi apparentemente innominabili, ma che presto
avrebbero riempito il nostro quotidiano.

Bene, si inizia. Inizia il primo rito del campus: la preparazione.
All’inizio il vuoto.
Non c’è niente nella stanza. Non c’è nessuno. O meglio, ci siamo solo noi e niente
più. Il vuoto spaventa e disorienta ma apre la nostra mente e il nostro cuore ad
infinite possibilità.


Gli spazi.


Come possiamo rendere questa sala accogliente, stimolante, intuitiva, pronta ad
essere riempita di corpi, colori e suoni?
Sinceramente non so da dove abbiamo iniziato ma alla fine abbiamo creato e
ricreato quegli angoli attrezzati che da tre anni accompagnano il campus. Sono state
delle intuizioni nel luglio del 2022 che ad oggi cerchiamo di modificare, rivoluzionare,
ma niente, funzionano e continuiamo a sceglierle. Sono allestimenti che hanno una
loro costanza ma il gruppo di volontarie che li abita li rende propri personalizzandoli.
Lista degli spazi:

  • spazio zaini/ merenda/ acqua
  • spazio creatività
  • angolo morbido con tavolino per gli albi illustrati
  • tavolo dei giochi
  • cartellone “presenze” (che detto così sembra di stare a scuola ma vi assicuro
    che è uno spettacolo, modestamente).

Le attività.


Bene, lo spazio c’è ed è anche molto bello. Ma che facciamo domani?
Stavolta il vuoto non c’è, siamo cariche. Iniziamo a buttare giù giochi e attività per
bambini e bambine che neanche conosciamo. Ogni tanto ci fermiamo e ci
chiediamo: questa cosa potrebbe andar bene? Gli piacerà?
A dirla tutta la cosa bella e spaventosa del giorno prima è proprio questa: la certezza
di non avere una risposta. Abbiamo davanti a noi infiniti scenari e non ne
conosciamo nemmeno uno. Vedremo tanti occhi, ascolteremo voci e rideremo fino a
perdere il fiato, ma in questo istante è tutto sfocato, come quando guardi una cosa
che è tanto lontana.


L’attesa.

E’ tutto pronto, dobbiamo solo respirare ed aspettare.
Aspettiamo di conoscere le piccole personcine che senza saperlo ci hanno fatto
mettere in cammino.
Aspettiamo Laura, perché senza di lei il gruppo non è al completo.
Aspettiamo Gabriella che ci porta del cibo sano, le amache gonfiabili e una
chiacchiera davanti ad un caffè.
Aspettiamo senza fretta, perché tutto ha il suo tempo.
Mettetevi comode e comodi.
Lo spettacolo sta per cominciare.
Buona visione.

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