di Gabriella Ballarini e Flavia De Marchis
Dialogo è uno stato d’animo, una disposizione del cuore, dialogo è quando siamo io e te e il tempo si ferma e possiamo dirci tutto, è il nostro modo per stare vicine, è la nostra casa.
Eccola, una piccola stanza della nostra casa.
Sono un po’ di po’ di giorni che penso al senso delle parole, a cosa ne facciamo, a come girano sulle nostre dita, nell’aria, tra la gente.
Cos’è per te una parola?
Per me una parola è un qualcosa che nasce da qualche parte nel mio corpo. Ogni tanto in testa, altre volte in pancia, qualche volta si trova già sulla punta della lingua. Una volta nata, la parola, inizia il suo viaggio e può esplodere come una bomba detta a gran voce, può nascondersi nel caos o può fermarsi in gola.
C’è una parola in particolare che ti piace pronunciare?
Mi piace dire visione.
La uso spesso, mi ricorda l’immenso possibile del pensiero, mi riporta alla collettività, mi ricorda qualcosa che ancora non c’è, ma che ci potrebbe essere presto. Un insieme, un arcipelago di idee che si compatta per una ricerca congiunta, un luogo partecipato, il pensiero di un albero che crescerá e cambierà tutto.
Tu ci avevi mai pensato?
Alla visione, intendo.
Mah… le mie visioni sono molto concrete: diventano sogni, desideri, paure. Se mi fermo a pensare e a “vedere il pensiero” spesso mi perdo e tornare alla realtà a volte non è semplice. A volte invece è una salvezza.
Allora mi viene da chiederti e chiederci: cos’è che ci salva? C’è qualcosa o qualcuno che ad un certo punto dobbiamo afferrare per risalire?
Ad esempio Gemma, il mio cane, quando c’è un temporale o in generale qualcosa che la destabilizza, si rintana in un armadio e dorme sulla sua coperta di pile. In quel luogo è salva.
Io mi sento salva nel mio cuore, dove tutto è in ordine, dove non ho paura, dove c’è la mia abitudine, nei miei viaggi, in quelli del passato e in quelli del futuro. Mi sento salva nello stare ferma, nel decidere, nel dire: io la penso così. Mi sento salva quando sento di essere libera di dire di si e anche di no.
Tu ti senti libera?
Che bella la parola libertà. È stato il mio imperativo categorico per molto tempo. Ora lo sono? Si e no. È un discorso troppo grande per essere sviscerato qui. Credo che comunque siamo fortunate nel sentirci libere (più o meno).
Per concludere: sta per arrivare il Natale e voglio farti un regalo.
Ti dono queste parole, queste “giovani parole”, che non sono le mie, ma di Mariangela Gualtieri:
“Meraviglia dello stare bene
Quando le formiche mentali
Non partoriscono altre formiche
E si sta leggeri come capre sulla rupe
Della gioia”.
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