Da tempo il tema delle periferie è centrale nella strategia di intervento del Comune di Milano, un riconoscimento implicito di una città a due velocità. Se da una parte c’è la città di caratura internazionale, dall’altra parte ci sono zone della stessa in cui alcune dinamiche sono mancate ed in cui il rischio di progressiva marginalizzazione è reale e concreto.
Prendendo a riferimento l’area della ex-circoscrizione 12 (Feltre-Cimiano-Ortica), che meglio rappresenta l’area del Municipio 3 coinvolta direttamente dal progetto, il numero di residenti nella fascia 0-18 anni è del 15,5%, contro una media nel Comune di Milano del 13%. Lo stesso dato se riferito alla sola popolazione straniera residente nella circoscrizione 12 aumenta fino al 19% (dati Comune di Milano).
Queste sono coordinate necessarie per inquadrare l’intervento in un’area della periferia milanese che seppure non mostra dinamiche drammatiche proprie di altre aree urbane, mostra però alcuni rischi potenziali soprattutto per la popolazione di minori.
Inoltre, la pandemia ha creato un forzato e prolungato periodo di distanziamento sociale, un processo che ha aggravato il rischio di povertà educativa nei soggetti più fragili ed ha esasperato la solitudine e la marginalizzazione sociale dei minori più deboli.
Il bisogno di recuperare la qualità delle relazioni da parte degli adolescenti sia con i genitori/adulti sia con i propri pari è stato di recente evidenziato da uno studio eseguito su tutto il territorio del Comune di Milano (report Laboratorio Adolescenza – Istituto Bard, luglio 2021).
In questo quadro, Educatori Senza Frontiere negli ultimi tre anni ha iniziato a dialogare con Enti e Associazioni del territorio del Municipio 3 e di Crescenzago in particolare, dopo diversi anni trascorsi a lavorare all’estero. Ha deciso di guardare con più attenzione, ad attivarsi ad un ascolto delle necessità di un quartiere che da ben 18 anni ospita la sua Sede Centrale.
È sorta la necessità di occuparsi di quella fascia d’età corrisponde all’età adolescenziale, di ragazzi troppo “gradi” per essere considerati dei bambini ma anche troppo “piccoli” per considerarli degli adulti. Un’età di passaggio, in cui si mette in gioco tutti i tentativi e gli errori e provare a crescere, a farcela da soli ma con il rischio di sentirsi soli.
E quindi ci siamo! Dopo tre anni di attesa, di parole, scritture, progetti e speranze, siamo arrivati all’inaugurazione di SPAZIO47.
Siamo increduli, ma felici.
È stato un viaggio arrivare fino a qui, è stato un bellissimo viaggio. Strade inesplorate che a piccoli passi abbiamo imparato a conoscere, luoghi a pochi passi da casa che ancora non conoscevamo.
Ma cos’è lo Spazio47?
Lo Spazio47 nasce per essere un punto di riferimento nella mappa della città, soprattutto nel quartiere Crescenzago /Rizzoli.
Vuole essere un luogo d’arte condivisa che ha l’ambizione di diventare un progetto comunitario.
I primi abitanti dello spazio saranno le educatrici e gli Educatori senza Frontiere che, come fosse l’inizio di un nuovo viaggio, ne disegneranno le possibilità e le geografie interne.
Dalle pareti a vetro che circondano lo spazio, sarà importante l’opportunità di guardare dentro e proiettare all’esterno. Dentro lo Spazio il bello è inteso come valorizzazione dell’umana esistenza, che abita ogni luogo, dal centro fino alla periferia, senza distinzioni.
Ragazzi e ragazze, giovani e giovanissimi saranno i protagonisti della fase di “costruzione”. Un’occasione di crescita e di espansione non solo delle proprie competenze, ma anche delle proprie passioni.
L’obiettivo di questo punto d’incontro è il continuo dialogo con il territorio, per immaginarsi intrecci generazionali che siano anche generativi, per vivere l’educazione in maniera più coinvolgente e a servizio della popolazione.
Ci immaginiamo lo Spazio47 come uno Spazio di incontro, dove i “grandi” accolgono i ragazzi e questi ultimi possono trovare un luogo dedicato a loro. Ma anche uno spazio di incontro dove le famiglie possono trovare dei professionisti in grado di dedicare loro ascolto e tempo.
Spazio47, sarà anche uno spazio per ri-trovarsi nel tempo libero, dove Arte, musica, scrittura e creatività possano essere strumenti di crescita.
Uno Spazio dove sbagliare, magari, ma in cui l’errore è visto come possibilità di cambiamento e non come sigillo di qualcosa di sbagliato che non potrà più cambiare.
La scuola sarà uno dei protagonisti, perché crediamo nella scuola sia come protagonista nella crescita personale di ciascun adolescente sia come agenzia educativa in rete con le famiglie.
Spazio47 sarà anche uno spazio di ascolto e di consulenza, rivolto anche agli adulti e alle famiglie: dopo anni di “solitudine” e separazione crediamo sia necessario ricominciare (o meglio, cominciare) a guardarci negli occhi, a progettare, a condividere e sognare.
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