di Francesca Adamoli
Il cielo è nuvoloso, mi sistemo la sciarpa per non prendere troppo freddo. Saliamo in cucina per preparare la colazione al gruppo, come sempre c’è Bianca ad accoglierci: “avete dormito bene?”. Chiara racconta i suoi mille sogni; io non sogno, dormo … dopo 9 ore di sonno avrei dormito anche quelle dell’insonne Bianca.
Adesso dolci note riempiono la cucina: il caffè che sale nella moka, gli altri compagni di viaggio che si siedono al tavolo, lo sgranocchiare delle fette biscottate verniciate di nutella … questo giovedì speciale può iniziare.
Stamattina con gli studenti aspiranti educatori di Human e i ragazzi di Ambalakilonga ci attiveremo, insieme per curare la casa.
F. mi sa che mette troppo sapone in giro; mi ritrovo a pulire una finestra con M., pulire un vetro che divide il nostro impegno ma che unisce i nostri sguardi: io da una parte, lui dall’ altra del vetro, tra la scia del sapone appare il suo sorriso grande e sincero, con la sua innocenza mi indica con il dito una parte che non ho pulito bene, sono divertita, mi sento accolta.
E’ dalle piccole cose, dai piccoli gesti che in questo viaggio ho riscoperto l’importanza di una quotidianità a cui spesso non do peso.
L’ altro che ti accoglie a casa sua non ti vede come un fastidio, piano piano ti permette di toccare il suo mondo, con gesti semplici entri a far parte di quel mondo.
Le nuvole cominciano a diradarsi, ci appare il cielo del Madagascar, così profondo e incombente ci illumina; tutto è pronto per iniziare la “giornata ESF”: sarà come navigare tra diverse isole, fuori e dentro di noi. Sarà un viaggio silenzioso, dove ciascuno sceglierà dove approdare: tra sassi decorati, impronte di mani colorate, tra disegni che si incontrano, accompagnati dall’incanto di musica e danze.
Decido di perdermi, per ritrovarmi un po’ bambina e guardare le perle delle persone che mi circondano… decido di sdraiarmi sul paracadute colorato, osservare il cielo: vengo rapita dal blu intenso di questa mattina, attratta da una candida nuvola paffutella e dall’inseguimento di uccelli giocosi … penso alla leggerezza di quel balletto sospeso, un allontanarsi e avvicinarsi continuo e vitale.
Mi alzo, rimango seduta, mi guardo intorno… ci sono loro… i miei compagni di viaggio…
Vedo Lucia volteggiare e girare per mano ai ragazzi, libera e aggraziata.
Vedo Caterina dare anima, forma, tonalità a questo istante, intrappolandolo in uno scatto curato e attento.
Vedo Chiara colorarsi le mani di viola e lasciare la sua traccia dolce e delicata sul lenzuolo.
Vedo Simone seduto ad animare un sasso, riempiendolo di tempera rossa brillante come il suo spirito.
E poi vedo Fiore e Marci danzare insieme mano nella mano in armonia un po’ buffi e così spontanei.
Siamo come dei piccoli mattoncini di Lego sparsi qua e là: uniti, messi insieme, ciascuno con forma e colore propri sarà comunque al posto giusto.
Sento la campana del pranzo… chissà oggi cosa si mangerà con il riso ?!
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