di Vincenza Bonavoglia
Il tempo alla Mammoletta scorre in modo diverso: arrivi e dopo pochissimo ti sembra di essere sempre stato lì, eppure quando poi è il momento di andare via ti sembra che il tempo ti sia volato. Me lo sono immaginato spesso a forma di fisarmonica, questo tempo di dieci giorni che ho avuto la fortuna di trascorrere alla Mammoletta: momenti in cui la fisarmonica si stringeva e ci sentivamo tutti così uniti, così vicini tra di noi, alternati a momenti in cui la fisarmonica si allargava e ognuno prendeva i propri spazi, il proprio tempo prima di ritornare stretto stretto agli altri.
Tra questi momenti stretti e distanti ciascuno ha trovato il proprio tempo nel quale farci stare cose meravigliose: i tuffi al mare, la pizza mangiata insieme, i momenti di riflessione e i momenti di gioco e spensieratezza, i cerchi di parola nei quali era possibile raccontare di sé come mai era successo, la quotidianità nel vivere una casa dove non ci si dice buon appetito prima che tutti abbiano il piatto davanti e non ci si alza prima che l’ultimo abbia finito di mangiare, anche se a volte ci costa un po’ fatica.
Sono grata a questo tempo ed alle persone che lo hanno abitato con me perché ho avuto la possibilità di scoprire e riscoprire tante cose, di me, degli altri, della bellezza dello stare insieme.
Sono grata a questo tempo, tanto che ne avrei voluto avere un pochino in più per dire a N. di non aver paura di riprendersi il tempo dei suoi 16 anni, a L. che ha tanto coraggio nel prendersi il tempo per rimettere insieme i pezzi della sua vita, a M. di andare incontro al suo tempo e a tutte le cose meravigliose che pensava non gli sarebbero mai accadute e invece, e a O. di non temere del tempo che è passato, che ad attenderlo c’è un tempo ancora più grande ed ancora più bello ed io non potrei esserne più felice e so che anche lui lo è, dentro quegli occhi grandi e buoni glielo si legge.
Penso che avrei voluto avere più tempo ma poi forse il tempo è stato giusto così, forse quando eravamo stretti nella fisarmonica tutte queste cose le avete sentite, senza il bisogno che ve le dicessi.
E adesso che la fisarmonica ci vede distanti nel tempo e nello spazio io riesco ancora a sentire le nostre risate, le nostre parole, i buongiorno a testa bassa prima del caffè o le chiacchiere fino a notte fonda. E che bello sapere che quel tempo, solo nostro, sarà nostro per sempre.
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