Scritto da Maria Vitello
Camminiamo passo dopo passo.
Il sole, il caldo, la stanchezza e lo zaino iniziano a farsi sentire.
Chi avverte i primi dolori muscolari, chi soffre per le vesciche, chi per i piedi, chi per la schiena… insomma ce n’è per tutte le salse!
Tutto inizia ad alleggerirsi però, quando lungo il tuo cammino, incontri altri pellegrini, ognuno con la sua storia, ognuno con la sua personalità.
Conosciamo M., un ragazzo che all’apparenza scontroso e di poche parole, si rivela essere una persona dolce e pure simpatica!
C’è J., un ragazzo spagnolo di 32 anni che, dopo aver condiviso varie tappe insieme, ci dice che per lui siamo un po’ come una famiglia!
C’è poi J., un anziano saggio, conosciuto a Triacastela.
Siamo a Sarria e mancano 100km a Santiago. Stiamo cenando nella cucina comune dell’albergue, quando giriamo lo sguardo e vediamo J. Inizia a parlarci e, nonostante non capisca a pieno lo spagnolo, riesco a comprendere e intuire le sue parole. I suoi occhi si fanno lucidi e pieni di amore. Le sue domande e, allo stesso tempo, riflessioni sulla bellezza dell’essere umano e della relazione con l’altro, mi incantano.
Continuo ad ascoltarlo e inizio ad emozionarmi. Il mio cuore si scalda e riempie di gioia.
Il flusso di serenità con il quale avverto le sue parole si mescola ad un senso unico di felicità, dettato dalla conferma che ognuno, a modo suo, ha dentro di sé un bagaglio di positività verso il prossimo e apprezza e rispetta il mondo nella sua naturale bellezza.
Ringrazio questo cammino per avermi fatto riemergere quelle emozioni brulicanti di gioia verso il prossimo e le relazioni. Emozioni che si sono smussate e un po’ assopite durante il lungo periodo pandemico.
Ringrazio questo cammino perché ha messo a nudo le mie fragilità e limiti. Debolezze che, durante la routine della vita quotidiana, faticano a emergere nella loro piena interezza.
Ringrazio Santiago con tutta la sua moltitudine di pellegrini, perché mi ha regalato forti emozioni: l’arrivo alla cattedrale, dopo 9 giorni di cammino intenso, ha rappresentato si la meta di un percorso, ma soprattutto un viaggio fatto di incontri e relazioni, in cui la mente e il corpo, in un pieno vortice ormonale di endorfine e serotonina, si esprimono a pieno.
E’ proprio qui che risiede la bellezza del cammino: l’incontro, con la scoperta dell’altro, e quello con noi stessi.
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