di Elisabetta Pagliuca
Oggi ci siamo sperimentati nell’acrobatica. Prima la teoria. Le figure dell’acrobatica sono principalmente tre: la base, l’agile, l’assistenza. Il loro ruolo un po’ lo si intuisce dal nome. Ma qualche spiegazione in merito non fa mai male. La base, appunto, sorregge e deve essere solida, ferma, stabile; è il punto di appoggio perché l’agile possa salirci sopra e starci in perfetto equilibrio. E poi c’è l’assistenza; senza assistenza non c’è acrobatica. È la regola. L’assistenza controlla che vada tutto liscio, che l’agile non si sbilanci e che la base ce la faccia. Se qualcosa non va, ferma tutto.
È stato bello fare l’acrobatica. E non mi aspettavo che mi sarebbe piaciuto fare l’agile. Io sono abituata a fare la base e l’assistenza. Forse perché mi vedo in questo modo; sicuramente il mio lavoro è così. È una base che si fa assistenza per permettere a qualcuno di fare l’agile, di poter splendere, di emergere. Io ci sto bene nel mio ruolo, mi piace. In fondo noi educatori è proprio quando non serviamo più che stiamo facendo bene. Lavoriamo perché non ci sia bisogno di noi. Ma mi è piaciuto fare l’agile. Le sensazioni che ho vissuto me le ricorderò ancora per molto molto tempo.
Ma ricorderò anche qualcos’altro che ha a che fare con la consapevolezza. È proprio vero che il circo è una metafora della vita. Attraverso il circo attiviamo dei processi che ci stimolano a metterci in gioco, ad affrontare le difficoltà, a confrontarci con l’esterno, ad accettare gli errori, a fare degli ostacoli un trampolino.
L’esperienza di oggi mi ha lasciato qualcosa che racchiudo nella parola equilibrio. Mi riferisco all’equilibrio che credo ognuno di noi debba trovare di volta in volta nella sua vita, in base al contesto e alle circostanze. Quante volte ci sentiamo base e invece vorremmo essere agile? Quante volte facciamo assistenza, ma ne avremmo bisogno noi? In quante occasioni tutti contano su di noi, ignorando la fatica e gli sforzi che facciamo per loro? E quante volte per emergere non ci rendiamo conto di chi dal basso ci sorregge? Non siamo una cosa sola, un blocco unico, sempre uguale a sé stesso e immodificabile.
Possiamo e dobbiamo cambiare e accettare di cambiare. Non possiamo essere sempre base e prenderci sulle spalle tutto il peso delle vite degli altri. Anche la più solida delle basi, se sovraccaricata, alla fine non ce la fa. E non è facile essere solo assistenza ed essere considerati scontati. Tutti abbiamo bisogno di sentirci importanti e amati. E non si può vestire sempre il ruolo dell’agile; si rischia di perdere di vista ciò che è davvero importante. Ecco, dovremmo trovare un equilibrio tra tutto questo. Sapere che qualcuno può contare su di noi, ma che anche noi abbiamo una base su cui contare. Sapere che cammineremo fianco a fianco con chi ha bisogno di noi perché qualcuno a sua volta ha camminato al nostro fianco. E darci la possibilità di vivere il nostro momento, di mostrarci e di mostrare ciò che siamo, senza paura e senza prevaricazioni, con gratitudine.
Certo, non è mica facile cambiare e mettersi in gioco ogni volta, soprattutto quando siamo abituati a essere visti in un certo modo, nel bene e nel male. Ma in fondo non è questa continua ricerca che ci spinge a migliorare? I ragazzi e le ragazze del campus sono meravigliosi e pieni di risorse. Sono giovani e hanno tutte le carte in regola per costruirsi un progetto di vita nel quale si sentano realizzati. Il mio augurio per loro è quello di trovare questo equilibrio, di non avere paura del giudizio degli altri, di non avere paura di emergere e di non esitare a stare al fianco di chi è in difficoltà così come qualcuno ha fatto con loro. Ho ascoltato le loro storie; alcuni di loro si sono aperti con generosità e come se mi conoscessero da chissà quanto tempo. Conservo i loro racconti come se fossero pietre preziose, di quelle che tieni nel cassetto più nascosto, chiuso con il lucchetto.
A ogni storia mi chiedo cosa avrei fatto io al loro posto, come avrei reagito. Non sono sicura che avrei avuto la loro stessa forza e il loro stesso coraggio.
No comments yet.