di Valentina Rainone
Il sole dorme.
Del riso scelto la mattina, vengono scartati alcuni sassolini, insieme.
4.30, a lume di candela, anche oggi manca la corrente. Pazienza. Vengono riempiti alcuni secchi d’acqua.
Il silenzio si fa spazio tra le ombre dei nostri corpi e lo scoppiettio della legna illumina come flash di una macchina fotografica i nostri volti.
A poco a poco, con pigrizia, il sole si fa spazio fra le colline e le nuvole.
Inizia un nuovo giorno.
Il rispettoso silenzio durante i pasti, sorrisi complici tra i tavoli, tavole rotonde, passaggio del cibo, dal più piccolo al più grande, le stesse porzioni. Sorrisi e facce buffe.
“Hai dormito bene?” “Oggi hai lezione di francese?”
Lo zaino sulle spalle, la giornata sarà lunga, il sole è già alto.
La campana suona. Di corsa.
Partenza.
Strade interrotte, buche qua e là, una folata di vento e la polvere si alza, la stessa polvere con leggerezza segue il bambino. Dietro di lui del rosso, del verde, verde intenso, giallo ocra…
Volti veloci e curiosi osservano il tuo passaggio, ti fai strada tra bancarelle improvvisate, voci lontane e grida di bambini.
Occhi veloci, occhi curiosi, occhi profondi, occhi pesanti, occhi pesti, occhi pieni di alcol, di rabbia, occhi di amore, materni, fraterni, occhi sinceri, sorriso tra gli occhi, occhi al sapore di miele, di terra, di risiere, occhi di argilla, si modellano al tuo passare, occhi pensierosi, occhi premurosi, occhi di sfida, occhi dentro gli occhi…
Arrivati.
Salama.
L’esercizio si ripete.
1 volta
2 volte
3 volte.
Veloma.
Si ritorna a casa, il sole è alto, l’ombra è quasi sotto i nostri piedi, la fame e la sete crescono.
Ridendo. Vengono ripercorse le stesse strade: la salita, la discesa, una buca, l’ultima curva.
Casa…
Siamo a casa.
La campana suona. I cani scodinzolano attorno a noi.
Bocche sporche di riso sorridono, l’acqua calda appanna qualche volto, il cibo riempie voraci bocche.
Ancora.
Bugie, scherzi e sorrisi.
L’aroma di caffe riunisce alcuni sguardi e parole.
A scuola. Lo stesso percorso, le stesse risa, gli stessi occhi.
Salama.
Veloma.
Di corsa a casa, questa volta arriverò prima io.
Le gocce di sudore scendono.
Bocce, calcio, carte, domino. Tutti vicini. Le parole riempiono Ambalakilonga.
Il sole scende, in cerchio, cantando lo ringraziamo. Ci riuniamo, in coro. Le voci e qualche strumento. Con armonia e calore. Si sente, è potente, è dolce ed è intenso. Con la stessa intensità i cani ci raggiungono in cerchio e si coccolano, anche noi, ci coccoliamo, ci guardiamo e capiamo.
La campana.
Ancora, a lume di candela. Il riso passa, si condivide, come l’amore ed il rispetto.
Si sparecchia, assieme, alcune gocce di acqua sporca e del riso vengono spazzate prima di andare a letto.
Ormai è buio.
“A te cosa piace?”
“La vita, a me piace la vita. Amo la vita.. A te?”
Non so…
Grazie!
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