di Daniela Giacomini
Sono già a casa, di ritorno dal viaggio e penso a cosa scrivere sulla meraviglia che abbiamo vissuto.
Non è facile descrivere quattro settimane piene di tanto, di tutto come dice Sara..e così riparto dall’inizio, come se una fine non ci sia mai stata, che è un po’ quello che la mia mente fa in questi giorni: riannodare il nastro e guardare sempre lo stesso film. Il film del nostro viaggio…così, invece di scrivere una fine, vi descrivo il nostro inizio…
Eccoci all’aeroporto, pronti per partire. Siamo eccitati e allegri ma si percepisce sotto la pelle un po’ di tensione. Ognuno la manifesta in modi diversi: chi ride forte, chi è ansioso, chi è cordiale ma non si apre più di tanto, chi dorme appena partiti e chi ha lo sguardo lucente di chi è in attesa di rivivere un piccolo miracolo.
Siamo noi pieni di curiosità e tensione, di desiderio e paura, di gioia trattenuta, anche un po’ di preoccupazione: andrà bene, piacerò loro, riuscirò a dare il massimo e il meglio di me?
Atterriamo ad Addis (così la chiamano gli etiopi, come fosse una vecchia amica) dove ci aspettano i nostri amici con mille abbracci festosi, sorrisi e risate di migliaia di denti, è tutto diventa pieno di emozioni incontenibili.
Ma i pensieri non ci lasciano, cantiamo, parliamo e mangiamo, dormiamo sul Bus carico di valigie mentre ci avviciniamo sempre più a Soddo. Ho mille dubbi: ci riconosceranno, saranno cambiati, sapremo fare bene come lo scorso anno?
E poi finalmente eccoli là, i nostri ragazzi, allineati in ordine che ci accolgono con grida e balli, mani che battono forte come i nostri cuori. E’ tutto bello, loro sono meravigliosi come sempre, e io mi sento emozionata più di quanto avrei mai immaginato, guardo Sara, non è una buona idea, lei è più carica di me, la commozione gioiosa è incontenibile e ci travolge: Saroo Sara and Daniela, Saroo our beloved guests!
Ed è così che inizia il nostro viaggio in Etiopia nello Smiling Children Town tra battiti di mani e piedi, di balli, di musicalità umana, di sorrisi imbarazzati e curiosi. Non c’è un posto più bello e accogliente di questo. Fremo perché il rituale dell’accoglienza non è finito, non possiamo ancora abbracciarli e loro devono rimanere seduti ad aspettare: dobbiamo servire semini secchi tostati e caramelle a tutti i bambini. E intanto li osservo, alcuni sono nuovi, ma la maggior parte sono i ragazzi conosciuti lo scorso anno… altri che ricordavo non li vedo, li cerco, magari mi sono sfuggiti, sono più di cento…e invece non ci sono più, provo una fitta di delusione, di tristezza, so che sono tornati in strada… mi scuoto e passo tra loro con le caramelle e ne approfitto per rubare un buffetto, una stretta, una carezza, un sorriso. Appena finisce l’accoglienza abbracciamo tutti i più grandi, gli educatori e i responsabili del centro. Ci dicono di andare a sistemarci nella Guest House.
Oggi è sabato e domani i ragazzi non ci saranno, perché la domenica escono per la messa e poi vanno a trovare le famiglie.
Dovremo aspettare per rivederli di nuovo, da lunedì potremo iniziare a stare insieme, giocare e fare le attività…ancora l’attesa che sembra non finire più… ma il tempo vola e arriva lunedì..e tutto cambia, i ragazzi sono affettuosi e aperti come sempre, si ricordano di me, di Sara, accolgono con curiosità ed entusiasmo anche le ragazze nuove.
Finalmente siamo insieme, relazioni speciali fatte di affetto, di calore, di dolcezza, abbracci e baci, scherzi e risate. I bambini ci aprono il loro cuore, la loro voglia di stare insieme, in questo piccolo miracolo che è “The Center” (come dicono loro), possono vivere, studiare e stare al sicuro ed essere educati alla generosità della mente e del cuore…
E quindi da lunedì tutto cambia anche per noi, niente più dubbi o insicurezze, tensioni o ansie, da lunedì ci lasciamo andare completamente, con sollievo e passione, a una grande gioia senza pensieri…
Grazie infinite Smiling Children Town! Grazie infinite ESF!
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