Scritto da Rosario Volpi
Ho uno strano rapporto con le parole, sempre più spesso preferisco il silenzio, anzi, a dire il vero, da sempre preferisco il silenzio e la quiete.
C’è stato un periodo della mia vita in cui ho deciso di tacere, di farlo con impegno per un intero mese, perché consapevole di usare male le parole, spesso di ferire, anche involontariamente. Mi è costato fatica, ma da allora, cerco di pesare ogni singola parola che dico o che scrivo, qualche volta ci riesco, altre volte purtroppo, ancora no.
Ha ragione il don, “oggi non mancano le parole” se ne sentono tante, troppe, ci investono con i sentimenti contrastanti che spesso si portano dietro.
Parole dette, dette a metà, dette male, non dette, urlate, parole che si è evitato di dire, che si è voluto non dire, silenzi, sussurri, grida, ma sempre parole… a volte, parole lasciate in sospeso.
C’è chi usa parole solo per mettere sempre e solo i puntini sulle “i”, degli sbagli e delle fragilità altrui, sorvolando volentieri sulle proprie;
C’è chi usa parole per denigrare, per spogliare e umiliare l’altro;
C’è chi usa parole per fomentare paure e insinuare dubbi;
C’è chi usa parole solo per provocare;
C’è chi usa parole per ferire e per offendere gratuitamente, parole di odio e di disprezzo esasperato che imprigionano;
C’è chi non riesce a trovare se non parole tiepide e insipide, solo aria dalla bocca;
C’è chi usa solo parole egocentriche e possessive: “io, io e sempre io”, “mio, mio e solo mio!”
C’è chi usa parole irresponsabili e razziste: “America first”, “prima il nord”, “prima l’Italia”, “noi e loro…”;
C’è chi con le parole separa, alza muri, crea distanza, costruisce barriere;
Ci sono parole che come ombre spengono ogni speranza e disfano ogni attesa;
C’è chi usa parole ermetiche e indecifrabili, che dicono per non dire;
C’è chi usa parole scadute, incapaci di dire l’oggi;
Ci sono le menzogne, parole false – volutamente false – che ingannano e accecano chi le ascolta.
Ci sono le parole del potere usate per prevaricare e sottomettere mentre “esaltano” chi le pronuncia;
C’è chi usa le parole per attirare facili consensi approfittando dell’ignoranza e della semplicità;
Ci sono parole impulsive che feriscono;
Ci sono parole che danno voce solo a critiche, giudizi e pregiudizi;
Ci sono parole afone, vuote, sterili che fanno inaridire ogni idea che porta novità;
C’è chi usa parole che franano sulla gente come macigni pesanti, che schiacciano e appesantiscono le vite degli altri;
C’è chi usa parole per stordire e confondere;
Ci sono parole che sono solo mormorazioni, pettegolezzi, lame affilate che colpiscono alle spalle;
C’è chi usa parole tossiche per avvelenare i giorni e i sogni;
C’è chi usa parole di minaccia che imprigionano vite fragili;
Ci sono parole tossiche che sono lamenti continui, di cui spesso non ci accorgiamo ma che come una goccia d’acqua che cade costante, lentamente buca ogni possibilità di felicità, propria e altrui;
Ci sono le parole che creano illusioni e nascondono vizi e macchie;
C’è tutto un vocabolario dell’odio, della distruzione che sono una maledizione, nel senso etimologico di “dire male” che avvelenano il mondo.
Ecco stare in Esf, che nasce sulle tracce del cammino di liberazione proposto da Exodus, mi ha insegnato anche questo, la bellezza di “liberare” anche le parole, liberarle dall’odio, dall’aggressività, dal conflitto provocato a tutti i costi, dalla logica del potere, dalla menzogna.
Sulle strade del mondo abbiamo imparato un’altra lingua, che usa il vocabolario del cuore, in cui ognuno si sforza di trovare parole belle, limpide, parole che diventano ali.
Sì, ci sono altre parole possibili:
Educate, responsabili, accoglienti, fresche, feconde e gravide di futuro;
Ci sono parole che fanno sognare, che profumano di vita, parole che liberano;
Ci sono grida, che cercano giustizia!
Ci sono parole che rialzano, parole che disinnescano conflitti assurdi e inutili;
Ci sono parole di luce capaci di rischiarare vite buie e spente;
Ci sono parole che riaccendono speranze, liberano energie positive, riaprono il dialogo;
Ci sono parole sagge che uniscono, che sono come nuovi inizi;
Ci sono parole che sono come il fuoco, scaldano inverni freddi, infiammano quello che sta sotto la brace;
Ci sono parole gentili e generose, che sono un dono per l’altro;
Ci sono sussurri che tranquillizzano, accarezzano, sfiorano solitudini, creano amicizie;
Ci sono parole che ti prendono per mano e ti accompagnano nel viaggio della vita;
Ci sono parole che sono porte spalancate, braccia accoglienti, per tutti;
Ci sono parole salde come ponti, su cui le persone si incontrano;
Ci sono parole che dissetano come acqua fresca;
Ci sono parole incomplete, che hanno bisogno delle tue, delle nostre, parole che stanno bene insieme;
C’è chi cerca parole nuove per dire cose antiche, sentimenti eterni.
Ognuno di noi poi ha le sue parole preferite, parole che hanno il profumo del pane caldo appena sfornato: famiglia, amicizia, cammino, viaggio, lacrime, vita, luce, condivisione, strada, itineranza, sobrietà, preghiera, tavola, casa… .
Ognuno ha la sua parola preferita, la mia è Pace!
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