Scritto da Colin Corboy
In lingua spagnola Hogar ha una moltitudine di significati: residenza, focolare, ospitare, istituto, ma quello che ritengo debba essere più appropriato è casa.
Sentidos invece sono i sensi, li conosciamo bene, sono cinque: vista, tatto, olfatto, udito, gusto. Ognuna di queste percezioni invade il nostro corpo e la nostra mente come l’aspro di un limone, un paesaggio stupendo, il profumo del cibo, una voce amica, il calore di un abbraccio, trasformandosi in emozioni: ricordi vissuti in prima persona che ci accompagneranno per tutta la vita.
“Me alza por favor?” – (mi prendi in braccio per favore?). Il calore di un abbraccio, si un abbraccio, è questo che mi viene chiesto. Ci sono cose come il cibo, un tetto, un gioco, alle quali possiamo sopperire in modo abbastanza veloce anche se talvolta in maniera difficoltosa ed impegnativa, ma per altre non vi è facile rimedio.
Le tue piccole braccia che mi avvolgono il collo, il tuo respiro che si blocca per un istante e riprende dopo che ti ho fatto volare in aria, il battito veloce del tuo cuore che va calmandosi. Mi siedo con ancora te aggrappata alla mia maglia. La schiena mi fa male, ma sento la tua pancia distendersi, il tuo corpo si fa pesante e rilassato ed ancora una volta un brivido mi pervade. Il tuo viso con i tuoi occhi un po’ a mandorla ed i capelli neri è lì posato sulla mia spalla. I tuoi occhi profondi, occhi scuri quasi di torba, come oscure sono le cose che non dovresti mai aver visto.
Ma nei tuoi occhi così neri risplende il bianco della tua purezza di bambino. Bambino che tiene sempre la manina in alto, non per chiedere qualcosa, ma in segno istintivo di difesa per le botte subite, ancora non sai parlare ma hai dovuto, anche se invano, imparare a difenderti.
Voglio regalarti un sorriso, la spensieratezza, una corsa a piedi scalzi sull’erba verde rincorrendo un aquilone che tu chiami cometa. Vedo tanti sguardi curiosi che mi osservano e sono loro che regalano a me ancora una volta il senso di un sorriso.
“Me alza por favor?”
Non rispondo, ancora una volta mi chino e ti prendo.
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