Scritto da Martina Alessandrini
C’è una strada che ti porta in tutti i posti del mondo … è la strada più lunga ma è anche la più breve è la strada della pace e della libertà …
Cara strada, strada appena calpestata, che accogli ogni giorni passi diversi. Strada in continua trasformazione, in continuo cambiamento. Strada in salita, strada di montagna, strada piena di buche, strada ricca di piccoli ricordi, lasciati dal vento o da un viaggiatore di passaggio. Strada asfaltata, strada sterrata, strada di terra, rigorosamente rossa, la tua terra.
Oggi, cara strada, ho camminato con te, ho scelto di assaporarti, di trasformarti, di viverti. E tutto questo non sola, ma in compagnia di tanti altri piccoli e grandi piedi. Piedi nudi, infradito, scarpe da trekking. Piedi tutti diversi, vicini, uniti, in cammino.
Ogni tanto qualche altro passo curioso si avvicina. Qualche bicicletta e alcune pozzanghere deviano il nostro percorso, ma tu sei lì, pronta a riunirci.
Mi fermo e ti osservo. Tu strada ricca di colori, di profumi, di camminatori, i tuoi camminatori.
Tu che li hai visti nascere e che per prima li hai accolti tra le tue braccia.
Tu che nonostante il caldo o la pioggia, sei sempre lì, pronta ad aiutarli a rialzarsi dopo una caduta e ad indicare loro la strada “della pace e della libertà”, la strada verso …
… qualche volta si cammina e non si sa dove andare, amico non ti fermare non ti fermare …
Cammino … oggi appari sofferente, scavata, trasformata da una pioggia incessante, potente. Pioggia distruttiva, ma allo stesso tempo rigenerativa. Pioggia che distrugge e poi riplasma. Pioggia che crea. Crea incontri e amicizia, aiuto e supporto. Condivisone.
Cammino … non ti vedo, ma ti sento. Sento il rumore dei passi che ti abitano e che con fatica cercano di camminarti. I passi di Clement, sicuri e decisi, in quelle scarpe nere possenti che senza paura affondano in un fiume, il fiume in cui ti sei trasformata.
Accanto a lui, i passi di Gabriel, piedi leggeri in quegli infradito che non riescono a toccare terra, sfiorano l’acqua e la fanno schizzare, qua e là. Ma lui sorride. Alza il cappellino, guarda il suo amico e si lascia trasportare. Intesa, complicità, come per dire “cammina al mio fianco e saremo sempre amici”.
Un unico k-way li protegge dalla pioggia, li riscalda, li sorregge, li tiene vicini, uno accanto all’altro.
E io sono lì, dietro di loro, con lo sguardo rivolto verso il basso, verso te. Un sasso. Un buco nel terreno, una scarpa lasciata dal tempo. Un fiume che scorre carico di storia.
I miei piedi, i loro … condivisione di passi sotto la pioggia.
E tu sei lì, con noi, quasi non ti riconosciamo. Ma ci sei, pronta a mostrarci un nuovo lato di te, il lato più fragile.
…sono tanti gli incroci e i semafori rossi e si rischia di finire giù dai ponti e dai fossi ciò che conta però è non tornare mai indietro …
Cara strada oggi scrivo a te perché voglio augurarmi di riuscire ad essere fragile e allo stesso forte come te, che nonostante le pesanti fatiche, riesci sempre a trovare il modo per esserci.
Tu che sei casa, compagna, madre, testimonianza, rifugio, maestra di vita.
Tu che ogni giorno ascolti il silenzio di sogni vicini e realtà lontane.
Di qua di là prima o poi da qualche parte si arriverà.
Cara strada oggi scrivo a te perché voglio augurarmi di imparare ad essere come te: tu che non scegli né i tuoi camminatori né la loro meta, e nonostante questo, per loro, ci sei sempre.
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