di Eleonora De Marchi
Durante un incontro di formazione di un anno fa, ogni corsista ha scritto una lettera a se stesso, non sapevano che un anno dopo queste lettere sarebbero state spedite e che le avrebbero ricevute a casa…
È sempre un’emozione ricevere posta cartacea. Certo, quando non si tratta di pubblicità, multe o altre seccature. Mi ritrovo una lettera scritta a mano ma…la scrittura è la mia! Una lettera scritta da una me del passato, da una me di un anno fa che parla della sua crescita dopo l’esperienza di viaggio in Honduras e di gratitudine nei confronti di persone che hanno lasciato una traccia indelebile in me.
Sto per riprendere la formazione ESF dopo due anni dal viaggio in Honduras.
Tutti quelli a cui racconto di questo nuovo inizio mi dicono che mi brillano gli occhi quando ne parlo, ne sono entusiasta. Un entusiasmo che è fatto di un mix di emozioni: emozioni rievocate dalle esperienze del passato e sogni ed aspettative per questo nuovo percorso.
Confieso que he vivido…
Confesso che ho vissuto, scriveva Neruda. Se mi guardo indietro, anch’io mi sento di poter dire di aver vissuto. Quanti incontri, esperienze, volti, emozioni,… Mi sento ricca.
Rileggendo questa lettera è come se mi mettessi a spolverare la mia camera: tolgo la polvere, mi soffermo su un oggetto che risveglia in me ricordi profondi, trovo anche cianfrusaglie di cui non ho più bisogno e di cui è giunta l’ora di liberarsi.
Sento il bisogno di riprendere la formazione perché ho voglia di sentirmi di nuovo pongo. Ho riaperto la scatolina ermetica e mi sono ritrovata in un pezzo rigido, neanche riscaldandolo con le mani torna com’era e anzi più lo manipolo e più si frammenta in piccoli pezzetti intirizziti. Voglio sentirmi come il pongo appena aperto, che profuma, è malleabile, si adatta alle situazioni e alle persone, si lascia contaminare e contamina gli altri, senza temere di non mantenere intatto il colore originale.
Mi sento un po’ irrigidita: con grande soddisfazione ora sono un’insegnante e, sebbene sia un ruolo che ho rifuggito per anni, mi piace il mio lavoro e mi dà molte soddisfazioni, però sento il rischio, già in agguato, di diventare un po’ maestrina. ESF mi dà l’opportunità di rimettermi in gioco, di ritornare malleabile e di farmi educare dagli altri e con gli altri, impresa spesso difficile e a volte dolorosa, ma indispensabile per vivere pienamente.
Mondo, estamos llegando!
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