Scritto da Irene Inzaghi

Avevo bisogno di questo viaggio, avevo bisogno di ritrovare me stessa, quella che sono realmente.

È stato un viaggio pieno di vita, anche se di vita lì non ce n’è molta.

Durante questo mese di esperienza in Angola ho avuto diversi momenti di riflessione che mi hanno aiutato a capire qual è la mia strada.

Questo viaggio ha lasciato un segno dentro di me.

Quando sono arrivata a Huambo avevo paura, avevo paura di non riuscire a mettere in pratica quello che mi avevano detto, avevo paura di non far bene il mio lavoro, avevo paura e basta.

Con il passare del tempo però mi sono resa conto che non dovevo avere paura di nulla e che dovevo vivermi questa esperienza come solo io sapevo fare.

Ho riscontrato diverse difficoltà, come è normale che sia, come il semplice fatto di non riuscire a capire la loro lingua o ancora di più non riuscire a farsi capire

Ma ho cercato di tuffarmi ad occhi chiusi in tutto; nella quotidianità dei ragazzi, nella loro vita, nel loro lavoro, nei loro sorrisi, nei loro sguardi, per capire come vivevano e che emozioni provavano e alla fine mi ci sono persa dentro..

Loro sono stati quelli che con dei semplicissimi gesti mi hanno tirato fuori un sorriso anche quando mancava qualcosa, sono quelli che con un solo sguardo riuscivano a farmi emozionare, quelli che piangevano per pochissime cose e ridevano per altre mille.

La vita lì è completamente diversa.

Noi siamo abituati ad avere tutto quando lo chiediamo mentre loro, quello di cui hanno bisogno se lo procurano con le loro mani e con la loro forza di volontà ed è questo che mi ha colpito.

Grazie a loro sono riuscita ad aprire completamente la mente e a liberarmi di tutti i pensieri brutti e le difficoltà che mi tormentavano da tempo.

Alla fine di tutto sono riuscita a farmi conoscere per quella che sono, sono riuscita a farmi capire, sono riuscita a vivermi giorno per giorno, minuto per minuto, questa esperienza senza pensare a quello che sarebbe successo un domani.

Grazie a questo viaggio sono tornata “più forte di prima” e con maggiore consapevolezza di me stessa.

 

 

 

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