Scritto da Claudia Concas
Silenzio. Risalgo verso il Campus, nel salone alcuni ragazzi condividono un momento di lettura sul divano. Ognuno ha ripreso possesso dei propri spazi, anche il bosco ha riconquistato il proprio silenzio.
Dieci giorni intensi sono andati via. Mi sembra ieri l’inizio di questa avventura. Un grande inizio direi: Cristina Mazza ci accoglie a Portoferraio e, alla Mammoletta, il Campus prende avvio con la messa di Don Antonio. Si inaugura l’anfiteatro.
Mi commuovono le riflessioni dei ragazzi, molti li conosco da tre anni, gli altri, so che avrò modo di conoscerli in questi dieci giorni.
Osservo F. che abbraccia A., si complimenta con lui per la testimonianza condivisa durante la messa. Abbracci e parole sincere, gratuite. Sono proprio questi gesti a ricordarmi perché approdo sempre in questo posto.
Sono gli stessi abbracci e le stesse parole che ritrovo anche stasera, sotto forma di un cerchio, in una “Parola”, per salutare P. che ha deciso , negli ultimi giorni, di non proseguire il percorso in Comunità.
E’ l’ultimo dei ragazzi partecipanti al Campus che oggi ci saluta. Le partenze sono fissate per oggi, ma non vi era un orario prestabilito. Qualcuno è andato via subito dopo il pranzo, altri nel pomeriggio.
Stamattina ho avuto l’onore di accogliere e fare una condivisione con due genitori dei ragazzi che hanno vissuto con noi questo viaggio ( Il Viaggio è stato il tema del nostro Campus). Accanto a me Marta, grande donna dai mille sensi. Mi incanta la sua infinita capacità di ascolto, le sue parole sono sempre precise, puntuali.
Come lei, nessuno è rimasto indifferente alla partenza di P. Ha detto “ voglio provare a mettermi in gioco da solo, fuori dalla Comunità”. Dice che questa esperienza l’ha fatto crescere e riflettere, dice di voler portare fuori ciò che ha imparato in questi giorni.
Le parole e gli “abbracci” dei ragazzi non sono serviti a fargli cambiare idea, anzi, hanno alimentato la sua voglia di scappare via. A volte i veri abbracci possono intimorire.
Mi risuonano le parole di A. “ dici di avere voglia di metterti in gioco? E’ qui dentro che ci si mette in gioco veramente, non là fuori!
Ed ha ragione A., perché lui, come tutti i suoi compagni di viaggio, si mette in gioco giorno dopo giorno.
Anche io ho la fortuna di potermi mettere in gioco in questo posto e ringrazio chi, da ormai tre anni, mi da la possibilità di farlo, e chi ha condiviso con me questi indimenticabili giorni.
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