Scritto da Miriam Crippa
Mi affaccio a questa giornata con enorme curiosità, sento i miei piedi che fremono nell’istante in cui ancora è tutto da percorrere e da assaporare.
Questo viaggio prende continuamente direzioni inaspettate, ci costringe a cambiare piani, a modificare percorsi e attività. Decidiamo di stare al gioco, di non farci bloccare ma di camminare su strade che neanche avevamo immaginato.
Tutto cambia, tutto si trasforma …
“E c’era tutto un programma futuro che non abbiamo avverato” canta Finardi in una delle sue canzoni …
Siamo noi che per prime sentiamo addosso questo senso di instabilità e chiediamo anche ai ragazzi di cogliere l’imprevisto: di pensarci, ragionarci, scriverlo e raccontarlo.
Ancora una volta muovendo i nostri piedi e camminando verso una direzione abbiamo attivato i pensieri, smosso paure e fragilità, scavato in profondità fino ad arrivare a toccare le nostre debolezze e i nostri errori.
Abbiamo colto l’imprevisto, rincorso l’imprevedibile, camminato fuori e dentro di noi.
I ragazzi sono dotati di una sincerità particolare, ognuno decide di essere presente e di portare sé stesso agli altri, chiedono in modo esplicito momenti di riflessione e spazi nei quali guardarsi dentro con profondità e delicatezza.
Guardandoli mi sorprendo,
ascoltandoli mi commuovo,
di fronte ai loro dolori mi sento piccola,
di fronte ai loro cambiamenti percepisco tanta forza, fiducia ed energia.
Infine c’è quel cerchio in cui nessuno è escluso e ognuno ha il suo posto;
un cerchio nel quale vengono condivisi errori, cocci rotti, percorsi sbagliati, cicatrici più o meno visibili con cui dover fare i conti;
un cerchio dove non c’è vergogna o imbarazzo nel raccontarsi;
un cerchio che affronta la sofferenza, che non nasconde il pianto, che accetta i cambi di direzione e che parla di bussole impazzite o smarrite;
un cerchio capace di cogliere anche l’altro lato della medaglia parlando di quelle piccole cose della vita completamente inaspettate e per questo meravigliose: un sorriso in una giornata storta, un bacio e un abbraccio regalato, un tramonto, la vista del mare, una pioggia improvvisa, l’emozione di uno sguardo, la riscoperta di saper voler bene e volersi bene.
E’ un cerchio che pulsa, che respira, che grida e che vive …
E’ un cerchio che guarda il mondo, che cerca di cambiare, che vuole osservare da altri punti di vista adottando logiche inesplorate …
In quel cerchio ci sono io, ci sei anche tu, ci siamo tutti noi …
Il sole intanto tramonta, le voci accarezzate dal vento, le nostre vite regalate alle onde del mare … Un cerchio che racchiude le nostre intenzioni, i progetti, le idee che cambiano, le prospettive che si ribaltano, gli errori trasformati nella voglia di rialzarsi …
Un cerchio che ci racchiude, che racchiude e libera un imprevisto non calcolato, non pensato, eppure vissuto in modo splendido !!!
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