Un diario per raccontare un’isola. L’Isola d’Elba e la vita degli Educatori senza Frontiere alla Comunità Exodus.
Scritto da Silvia Morici
Guardarsi allo specchio non è mai cosa facile, perché ci sei te, le tue paure, le tue fragilità e tutto il bagaglio che ti porti dietro.
Questi ragazzi hanno messo a nudo la loro anima, con questo piccolo ma grande gesto.
Non sempre ci si riconosce allo specchio, non sempre quell’immagine riflessa ti appartiene.
È proprio nel momento in cui non ci si riconosce che iniziamo a ricercarci e il ritrovarsi è un cammino lento, fatto di salite, fatto di cadute, fatto di risalite e di discese.
Noi, come tante cose, nasciamo da un seme. Ma la verità è che è proprio il seme che nasce dentro di noi e con noi…
È un seme che mette le radici più profonde nel nostro cuore. Un seme che spesso vogliamo seppellire con tutte le radici.
Quante volte ci si ritrova ad inciampare nelle stesse radici…cadere, sbucciarsi le ginocchia e le mani, ma non dare importanza alle ferite.
Le ferite sono il mezzo, ciò che ci ha permesso di risvegliarci, di spolverare quelle radici.
La vita è una ricerca continua: vorrei tanto che questi ragazzi del campus capissero che la vita è il loro pezzo unico, un’occasione eccezionale, come lo è per noi, educatori ed educatrici senza frontiere.
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