Scritto da Nico Parasmo
Era il 25 febbraio del 2005.
Nasceva l’Associazione Educatori senza Frontiere onlus. In quegli anni, lavoravo come educatore nella comunità educativa Casa Cristiano a Jesi. Nell’ottobre dello stesso anno, durante il famoso “Capitolo di Exodus”, nel salone riuniti in più di 500 persone, parte la presentazione dei progetti di Esf, tra cui Ambalakilonga in Madagascar. Ricordo le foto viste, i filmati, i racconti della coordinatrice Mazza Cristina. Attraverso la sua voce coglievo quasi le emozioni forti unite al passaggio delle slides che mostravano una realtà complessa nel suo genere ma straordinariamente bella nella sua unicità.
Non mi emozionava tanto il vedere le foto, ma la realtà cosi “viva” che percepivo in quel momento. Una realtà fatta di persone, di volontari ed educatori innanzitutto, ma anche di sforzi, fatiche, sudore, speranze e polvere! Si, tanta polvere che copriva la pelle delle persone ritratte nelle foto. Una polvere magari fastidiosa, causata dalla siccità e che si avventa su certe regioni. Però una polvere che era parte di quella realtà e che non impediva vivere in quel contesto….
Trascorsi poco più di due anni, ricevo la proposta di entrare a far parte di ESF come educatore in un progetto di una comunità educativa in Honduras, C.A. Caso strano, era l’ottobre del 2008 durante il Capitolo di Exodus. Coincidenza? Non credo nelle coincidenze. C’è sempre un perchè. E allora, zaino in spalla ed eccomi qui! Otto anni con Esf.
Oggi è il tuo compleanno. Non ti vedo in foto. Non ti vivo attraverso un racconto. Oggi ti vivo personalmente. Oggi appartengo a questo racconto reale e ne sono parte. Oggi, cara Esf, sono ricoperto da quella polvere. Si, esatto! Quella polvere che vedevo nelle slides, che ricopriva i piedi delle persone durante le giornate. Quella polvere che fa si che io sia il primo a sporcarmi le mani perché il condividere deve essere un tutt’uno con la realtà quotidiana. Oggi cara Esf sono dall’altra parte del mondo ma non mi sento lontano da te. Perchè tu sei tutti noi. Tu non sei solo la. Tu sei dove noi vogliamo farti essere e stare. Tu sei negli occhi dei nostri ragazzi, sei nei nostri gesti quotidiani, tu sei nelle nostre case, tu sei nelle nostre formazioni, nelle nostra educazione itinerante… Tu sei noi e noi siamo te.
Quindi cosa CI auguriamo oggi?
Di continuare a camminare lasciando impronte, di essere pane per tutti, di essere sogno, bellezza, strada e felicità, di restare e appartenere, di essere unici nell’incontro, folli e sognatori, vivere semplicemente, luogo dove arrivare sempre, credere e realizzare insieme…
Granelli di sabbia per creare una spiaggia unica.
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