Caro educatore senza frontiere…
Essere educatore è anche questo. Essere educatore è sedersi prendere carta e penna e scrivere, scrivere a te, chiunque tu sia e ovunque tu sia. Significa prendersi un “attimo di tempo prezioso” per riflettere sulla propria esperienza e provare a comunicartela. E allora eccomi qui.
Non è facile prendersi del tempo, dargli il giusto valore, fermarsi. No educatore senza frontiere, non è facile fermarsi. So che hai voglia di scoprire, di esplorare, so che hai fretta, ne ho tanta anche io, ecco perché ho rimandato a lungo la stesura di questa lettera, c’era sempre così tanto da fare, così tanto ancora da costruire e scoprire, che il tempo da dedicare a me e a te è stato rimandato. Ma ora voglio dirti una cosa e voglio ripeterla anche a me, fermarsi è importante. Non lo sapevo prima di entrare a far parte di “Educatori senza frontiere”, anzi ti dirò di più, io in ESF ci sono entrata correndo. Volevo solo volare lontano, darmi da fare e invece no, mi hanno fatto scrivere, riflettere, danzare a tempo, sentire l’altro il suo respiro e il suo movimento, mi hanno fatto prendere tempo per conoscere meglio me e per conoscere meglio gli altri.
Vorrei farti capire che il rallentare, non è noia, non è smettere di fare ma è prepararsi a fare meglio. Tutta questa frenesia che sento, questa voglia di mettermi in gioco me l’ha data ESF facendomi fermare. Non è un paradosso, è tutto vero, funziona proprio così. Fermarti ti da la carica, ti fa crescere dentro idee, sensazioni, emozioni nuove che ti danno una direzione, una spinta verso qualcosa di più bello, di più grande. Deve essere un continuo equilibrio fra fermate e partenze, anche perché caro educatore senza frontiere la direzione non è sempre quella giusta e allora non andare per tentativi, non continuare a muoverti, stop, fermati, rifletti e riparti e così ancora anche quando avrai trovato la direzione giusta, in modo da renderla ancora più bella, ancora più spettacolare.
Quando imparerò a prendermi tempo, ad ascoltarmi, ad ascoltare senza fretta, quando imparerò a seguire il mio ritmo e quello dell’altro allora in quel momento potrò definirmi un Educatrice senza frontiere e tu con me se avrai voglia di farti questo regalo.
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