Scritto da Sara Dadda
Tutto pronto per tornare in Italia: zaini, documenti, biglietti aerei. Profumo di casa.
Cuore e mente sono gli ultimi a staccarsi da quell’arcobaleno di mani su un muro troppo bianco.
Respiro un’ultima boccata d’aria di Panciu e della Romania. Dal finestrino dell’aereo osservo incantata le grandi distese verdi che la natura selvaggia rumena sa regalarmi.
“Il mondo si muove se noi ci muoviamo”.
È una frase che ho trovato per caso nel magazzino del centro educativo “Pinocchio”, stampata su una borsa di stoffa color sabbia.
Si ma… verso dove? E perché?
Queste due settimane in terra rumena sono state molto intense e noi sei esfini di movimento ne abbiamo fatto tanto…
Sarà servito a qualcosa? Sarà stato utile?
Sicuramente in questo tempo abbiamo voluto bene e ci siamo presi un po’ cura di questo piccolo angolo di mondo un po’ sperduto. E forse lo abbiamo anche sentito come una casa.
Sicuramente abbiamo portato affetto, allegria e colori a questi bimbi che ci hanno restituito tutto con interessi.
Ma la loro vita, precaria o meno che sia, scorre anche senza di noi. Continuava prima del nostro arrivo, continuerà dopo la nostra partenza. Questi “pinocchietti” cresceranno e noi non vedremo se Gelu sarà davvero un prete, o se Manu diventerà un artista, o se Ioana studierà a Bucarest.
Forse non importa tanto dove si va, o perché, o a cosa porterà il nostro movimento.
Forse importa solamente andare… partire, camminare.
Andare per vedere, conoscere, imparare, assaggiare, respirare, gustare. Condividere, parlare, prendersi cura, prendere per mano, accompagnare, abbracciare, commuoversi, volere bene, ridere fino alle lacrime.
E poi alla fine tornare. Tornare e ritrovarsi, ritrovare se stessi, ma diversi, arricchiti. E con la voglia di scoprirsi ancora. E di camminare.
Per non rimanere incastrati nei ritmi della quotidianità, ma anzi viverli con note diverse, reinventarli, e reinventarsi. Per continuare a pensare e a credere che il mondo è grande e che tu puoi scoprirlo, un pezzetto alla volta, e insieme, ogni volta, scoprire pezzetti erranti di un te stesso mai definito, mai arrivato completamente. Percorrendo strade impossibili che, forse, poi, tanto impossibili non sono.
E che se lo fai con qualcuno vicino e più bello. E se questo qualcuno condivide i tuoi ideali e le tue speranze lo è ancora di più.
Allora forse il mondo si muove davvero… perché siamo noi a muoverlo, con i nostri passi sognanti, stanchi qualche volta, ma mai arresi.
Allora forse non importa tanto dove. O perché.
Forse importa solamente muoversi. Solamente andare.
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